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Il sacrificio di
Falcone ci aiuta
a salvare le idee

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

VICENZA

Giovanni è un bambino di Palermo e per il suo decimo compleanno il papà gli regala una giornata speciale nella quale, girando per la città, gli spiegherà le origini del suo nome. Dal racconto emergerà un personaggio che resterà il protagonista di tutta la storia: Giovanni Falcone. Visitando i luoghi più significativi, il padre approfitterà dell’uscita per narrare la storia di quest’uomo straordinario, affrontando anche i temi più difficili, come la mafia e i suoi intrecci con la società, facendo paragoni con la vita quotidiana di suo figlio: egli a scuola è vittima di bullismo da parte di un compagno prepotente, che rispecchia il ruolo della mafia, mentre più tardi il piccolo Giovanni si ispirerà al grande Falcone. La spiegazione è destinata ad un bambino, perciò il linguaggio è molto semplice e comprensibile, pur senza mai scadere nella banalità, mentre la lettura procede gradevole e fluida. È stato un libro interessante da leggere, vista la mia ignoranza in materia: pensavo infatti che l’argomento “mafia” non mi riguardasse affatto e fosse troppo noioso affrontarlo seriamente, invece ho scoperto che mi coinvolge più di quanto io non avessi mai creduto e ho individuato in Falcone un mio grande idolo. Le spiegazioni sono state molto efficaci e a volte mi hanno persino strappato un sorriso per la semplicità con cui sono state scritte. Un libro che mi ha lanciato molti messaggi positivi, motivanti: non scoraggiarsi mai, mettersi in gioco per qualcuno, far venire a galla la verità e combattere e batterci per raggiungere un obiettivo. Proprio come hanno fatto lui e la sua squadra, i quali non hanno mai mollato fino alla fine e si sono sacrificati per il bene di tutti. Ma il loro sacrificio non è stato vano, come diceva Falcone stesso: “gli uomini passano, le idee restano e continuano a camminare sulle gambe di altri uomini”, perché non è mettendo fuori gioco un membro che il resto non conti più, anzi le idee si consolidano maggiormente in chi resta ancora in gioco.

Testo inviato dalla Biblioteca Bertoliana

Caterina Zanini

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