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Il principe Sandokan
un guerriero coraggioso

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

MONTECCHIO MAGGIORE

Sono nato in Italia, ma sono di origine bangladese. Frequento la classe 4C della scuola primaria "Alessandro Manzoni" di Montecchio Maggiore. Durante le vacanze, ho letto molti libri: "Ercole", "Zanna Bianca", "Il richiamo della foresta". Il mio libro preferito è "Sandokan alla riscossa". E' stato scritto da Emilio Salgari; uno scrittore veronese molto povero. Salgari non è mai andato in India e ha usato i libri di altri autori e la sua immaginazione per scrivere le avventure di Sandokan. Il libro parla di Sandokan, un principe indiano, senza famiglia perché era stata uccisa da un inglese. Questo inglese era il Rajiah bianco del Kiltar che era il regno dominato dal padre di Sandokan. Quando viene ambientata la storia di Sandokan l'India e il Bangladesh erano colonie degli inglesi. Sandokan aveva altri fratelli ma lui era il più forte, il più agile e poteva minacciare il Rajiah bianco. Per questo motivo veniva chiamato "La Tigre della Malesia". Sandokan aveva molti amici che lo aiutavano a combattere gli inglesi: Yanez, Kammumari, Tremal-Naik. Yanez era un portoghese, amante delle donne, giocava al gioco d'azzardo, era sempre di buon umore e scherzava spesso. Si vestiva come un portoghese con una giacca gialla, pantaloni lunghi marroni e degli stivaloni marroni. Tra Yanez e Sandokan c'era una fratellanza perché si volevano tanto bene; si chiamavano fratellini. Salgari non ha mai spiegato perché Yanez si trovava in Malesia. Kammamuri era un ragazzino come me che aveva undici anni, era molto testardo perché voleva sempre partecipare alle missioni pericolose con Sandokan. Questo libro mi è piaciuto perché ci sono molti dettagli della foresta, degli animali e del cibo mangiato dai pigmei come il succo di cocco. Quando sono tornato in Bangladesh, da mia nonna, ho assaggiato il succo del cocco come quello che bevevano i Tigrotti di Mompracem e leggendo il libro mi sono sentito anch'io un tigrotto.

Testo inviato dalla biblioteca di Montecchio Maggiore

Arfan Hossain

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