<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Avventure terrificanti
«Ma ci fanno crescere»

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

VILLAVERLA

Quei libri per ragazzi dove ancora esiste il male. La stanza 13 di Robert Swindells. Dieci anni e fuori piove. Dieci anni e leggi tanto, tutto quello che trovi in biblioteca. Leggi anche quando dovresti studiare per gli esami di quinta elementare. Dieci anni e hai ancora paura dei mostri sotto il letto e dentro la tazza del bagno (sì, una volta i mostri uscivano anche dal tubo di scarico del wc), del buio, delle ombre fra le ombre. Eppure non riesci a staccarti dalla storia di questa ragazzina che ha la tua età ed è paurosa quanto te, e nonostante questo con i suoi amici affronta nientemeno che Dracula, in anni in cui i vampiri non sono ancora innocue e languide creature catarifrangenti per adolescenti, ma rimangono la rappresentazione della malvagità pura. Ti lasci catturare dalle pagine e ti ritrovi sulle fredde e grigie spiagge dello Yorkshire, in gita scolastica fra tuoi coetanei urlanti. Con loro respiri l'intensa aria salmastra del nord, corri a piedi nudi sulla sabbia dura del bagnasciuga, cammini tra i vicoli di antichi villaggi di pescatori e sali ansimando gli scalini che portano alla Cattedrale di Whitby, che come volta ha il cielo mutevole della brughiera. Anni prima che il tuo palato possa davvero scoprire che sapore abbia ti gusti il tuo primo fish and chips. E senti sotto i piedi le piastrelle umide e fredde del bagno, mentre con altri quattro ragazzini spii fuori dalla porta, aspettando che l'armadio sull'altro lato del pianerottolo diventi la stanza 13. Forse a dieci anni il libro della tua vita può essere semplicemente questo, un libro che ti parla di te e della tua età, che ti insegna che è normale aver paura perché davvero esistono cose di cui aver paura, cose sbagliate e incomprensibili contro cui però bisogna combattere, non necessariamente per salvare il mondo, ma perché è semplicemente giusto farlo, anche solo per aiutare una compagna di classe che magari è anche antipatica a tutti. E perché insieme agli amici è possibile affrontare anche il più terribile dei mostri.

Testo inviato dalla biblioteca di Villaverla

Alice Gobbi

Suggerimenti