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Amore senza esitazioni
La lezione di Bassani

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

VICENZA

Quando ho saputo che una delle prove d'esame di maturità era dedicata al libro di Giorgio Bassani, “IlGiardino dei Finzi Contini”, ho avuto un sussulto al cuore, soprattutto perché ricorda la mia giovinezza, avendolo letto nel 1982, tutto d'un fiato sul porticato estivo della casa della nonna in campagna, tra cicale e grilli… all'ombra di un sole cocente di inizio estate. Un libro in cui mi ritrovai, l'amore impossibile di Giorgio, piccolo borghese di origine ebraica, verso Micol, appartenente ad una nobile famiglia di Ferrara, ignari a quei tempi dei prossimi sviluppi delle maledette leggi razziali del governo fascista, che li avrebbero separati per sempre. È un libro che mi ha insegnato ad amare, l'amore quello puro, platonico per così dire, non carnale, fatto di sospiri, di attese, di sguardi furtivi. I due ragazzi così profondamente diversi nella loro situazione sociale, eppure attirati da una passione mai esplosa, per ritegno di Micol che considera Giorgio un amico, seppur speciale, con cui confidarsi. Quella villa così immensa, il grande parco, il campo da tennis, la ragazza sembra quasi prigioniera di tanta bellezza, divorata però da una grande solitudine, mentre lui, il protagonista del racconto, sogna ad occhi aperti e finisce col passare ore e ore con lei dentro a quel paradiso che considera quasi un rifugio privilegiato. È un racconto che mi emoziona per quella tristezza positiva che sa infonderti, io ragazzo ventenne a quell'epoca, un po' imbranato, sempre incapace di dichiararmi… mi rivedo in Giorgio, che alla fine, quando finalmente si decide a confidare il suo amore, viene brutalmente respinto da lei.E allora, pensai… «Stefano, non devi aver paura, se provi amore, quello vero, quello che ti fa scoppiare il cuore e la mente, che non ti fa dormire, non esitare…», e così feci negli anni successivi.Il Giardino dei Finzi Contini, quindi, è un libro che esalta la sensibilità controversa, sfortunata ma affascinante del protagonista.

Testo inviato dalla Biblioteca del Villaggio del Sole

Stefano Fumaroni

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