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METRO EXODUS

Avventura
"single" in una
Mosca post

Deludente la traduzione in italiano
Avventura "single" in una Mosca post
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Metro Exodus è il terzo capitolo della serie Metro basata sui romanzi di Dmitrij Gluchovskij, sviluppato da 4A Games e pubblicato da Deep Silver a quasi sei mesi dalla sua uscita è per il momento il gioco più apprezzato dal pubblico, con una media di 93,7 su 100. La prevendita non era andata troppo bene, a causa delle tantissime uscite di febbraio Metro Exodus era passato in sordina, ma ora sembrerebbe che Deep Silver sia rientrata ampiamente delle spese, con quasi 30 milioni di copie fisiche vendute. La premessa narrativa di Metro Exodus ruota attorno alla grande menzogna che per molti anni ha confinato la popolazione sotto terra. Il grande esodo inizia quando lì fuori, poco lontano dalla tentacolare metro di Mosca, si scopre che non tutto era come veniva dipinto: l'aria è respirabile, la guerra nucleare non ha del tutto estinto la specie umana ed esistono delle piccole comunità che si sono riorganizzate con avamposti e accampamenti. Il mondo ha ancora una speranza per ricominciare, ma l'umanità è alla deriva e le tribù sono tornate a un'organizzazione primitiva, spesso senza controllo e molto pericolosa. La trilogia di Metro è sempre stata un'esperienza esplicitamente dedicata al single player, ed Exodus, nonostante il passo diverso, non è da meno. Per forza di cose la narrativa riveste un ruolo fondamentale, deve invogliare il giocatore a proseguire il viaggio, e per farlo necessita di uno scopo e di una tavolata di personaggi di spessore su cui poter contare. Il giocatore impersona nuovamente Artyom, questa volta impegnato a rintracciare tracce di vita al di fuori dell'area metropolitana di Mosca. In modo davvero molto intelligente, Metro Exodus riprende il gameplay dei capitoli precedenti proponendo un capitolo introduttivo strutturalmente identico, fatto di corridoi oscuri, vaste aree sotterranee e sporadici passaggi nella superficie contaminata di Mosca. Un modo per introdurre le trama e i personaggi in modo tranquillo, spiegando anche al giocatore alcuni elementi particolari di gameplay come la necessità di gestire la propria maschera antigas e di ricaricare la batteria della torcia portatile. La pratica del frugare fra i rifiuti e ancora una volta centrale, più di quanto visto in passato, anche perché in questo capitolo non esistono mercanti, e tutto passa per un pugno di pezzi di metallo e qualche oncia di sostanze chimiche. A rimanere del tutto intatte in questo terzo capitolo sono anche le meccaniche survival, che costringono a tenere costantemente d'occhio una molteplicità di fattori che se ignorati potrebbero rapidamente portare alla morte il giovane Artyom. Come da tradizione per il franchise, il giocatore dovrà confrontarsi per tutta la durata del viaggio verso l'entroterra russo con un numero assai limitato di munizioni, e con un quantitativo ancora minore di filtri per la maschera che una volta sostituiti si esauriscono in fretta.La nota dolente dell'intero gioco è il suo doppiaggio in italiano, malriuscito e spesso fuori sincro con i labiali, non rende giustizia al grande lavoro degli sviluppatori nel cercare di trasmettere il cameratismo e l'ironia militare che trasuda dalla penna di Dmitrij Gluchovskij. All'occorrenza sarà infatti opportuno comprare la copia in inglese, evitandosi così terribili pronunce di parole russe.

Massimo Dagli Orti

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