<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
La storia

«Ricerca e tecnologia, così Rana ha vinto negli Stati Uniti»

Giovanni Rana jr al festival del futuro
Giovanni Rana jr al festival del futuro
Giovanni Rana jr al festival del futuro
Giovanni Rana jr al festival del futuro

Era luglio 2011 e Gian Luca Rana si era appena trasferito negli Stati Uniti per realizzare il «sogno americano» dell’impresa che suo padre Giovanni aveva fondato cinquant’anni prima. A una fiera, l’amministratore delegato del Pastificio Rana incontrò un buyer che assaggiò il suo pesto, rimanendone conquistato. E chiese se avesse la possibilità di produrlo in grandi quantità. Allora Rana, negli Usa, non aveva terreni, stabilimenti, linee produttive. Nove mesi dopo, esattamente nei tempi richiesti, fu fatta la prima consegna di pesto, grazie al sito produttivo che nel frattempo era stato costruito. Di più, oggi il pesto è la referenza dell’azienda più venduta negli Usa, 80 milioni di pezzi e nessun difetto, grazie al brevetto del Gruppo che ne permette la pastorizzazione a freddo. Superando il problema che tutti gli altri marchi presenti sugli scaffali dei supermercati presentavano. Saper leggere i segni «Si individuano i bisogni che sono nel mercato, e si crea la tecnologia adatta», ha affermato Giovanni Rana Jr, terza generazione dell’azienda di San Giovanni Lupatoto, intervenendo sul palco del Festival del Futuro, intervistato da Luigi Consiglio, Ceo di Gea. È stato lui, oggi Innovation and Technology manager del gruppo, presente in 68 Paesi con mille referenze e otto stabilimenti produttivi, a raccontare quell’aneddoto per illustrare la strategia tecnologica che ha permesso al Pastificio Rana di superare in pochi anni il miliardo di fatturato, vincendo per tre anni consecutivi il titolo Iri-Bcg (Boston Consulting Group) come azienda a maggiore crescita sul mercato statunitense davanti a Beyond Meat. Leva tecnologica «Restiamo sempre un’azienda familiare di San Giovanni Lupatoto», ha dichiarato, «che non sarebbe riuscita a vincere la battaglia contro le grandi multinazionali del food attraverso la leva del marketing: abbiamo puntato quindi su un’altra leva, quella tecnologica». Non acquistando macchinari già presenti sul mercato «perché quello è già passato e non riusciremmo a vincere. Il nostro obiettivo, da 10 anni a questa parte, è creare qualcosa di unico, cercando di capire cosa vorranno i consumatori nei prossimi anni e anticipandolo, creando internamente linee produttive».

È accaduto così con lo sbarco negli Stati Unito e il kit di tagliatelle e condimento, pronto con otto minuti di forno a microonde: una svolta per le famiglie americane. E poi con il pesto, le lasagne fresche prodotte con una linea sviluppata insieme a un partner veronese, lanciate poche settimane fa sempre negli Usa e già diventate un successo. Ad oggi il gruppo è proprietario di oltre cento brevetti. Famiglia allargata Dietro a tanta innovazione, «una famiglia di 4mila persone», come l’ha definita Giovanni Rana, e l’innovazione che nasce «lavorando sui progetti come fossero piccole startup. Si formano così dei team che raccolgono numerose competenze». È fondamentale poi l’approccio, ha sottolineato il manager, «la passione e la curiosità, che ho io ma che vedo anche in mio padre Gian Luca e in mio nonno Giovanni, che ripete sempre: “mai smettere di imparare!” E poi la curiosità spinge all’ascolto degli altri, delle loro idee e intuizioni: anche questo rende un team vincente».

Francesca Lorandi