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Energia e ambiente al Festival del Futuro

La sfida del clima e di un pianeta da salvare prima che sia troppo tardi

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Pannelli fotovoltaici, esempio di smart energy
Pannelli fotovoltaici, esempio di smart energy
Pannelli fotovoltaici, esempio di smart energy
Pannelli fotovoltaici, esempio di smart energy

Venezia, fine ‘700. Una storia «serenissima» sta per finire, dopo dieci secoli di orgogliosa indipendenza e centinaia d’anni di dominio sui mari. Eppure, in città, si balla. Le feste si moltiplicano, nonostante la fine vicina e non certo imprevista. Il rischio è che la storia si ripeta, ma che cambino i protagonisti: a scherzare con il fuoco ora siamo tutti noi, perché rischiamo di perdere definitivamente il nostro pianeta. Ce lo ricorda Enrico Sassoon, direttore responsabile di Harward Business Review Italia, uno degli organizzatori del primo Festival del Futuro (Fiera di Verona, 16-17 novembre): «A fenomeni climatici gradualmente più intensi ci siamo assuefatti». Il clima cambia (in peggio), l’equilibrio ambientale si disfa, eppure manca «un reale senso di urgenza rispetto alla necessità di mettere in pratica quanto è richiesto per scongiurare la svolta planetaria di cui si è detto». Il pianeta muore, noi balliamo. Anche Enrico Giovannini, già ministro del Lavoro nel governo di Enrico Letta, certifica come «Italia e l’Europa non sono su un sentiero di sviluppo sostenibile». È essenziale quindi cambiare la rotta. 

 

Sassoon e Giovannini saranno due dei relatori del panel del Festival del Futuro dedicato a «La sfida planetaria: clima, ambiente, energia, migrazione, risorse». Insieme a loro parleranno del tema cruciale della sostenibilità Massimo Gaudina, rappresentante italiano in Commissione Europea, Stefano Sordelli, future mobility manager di Volkswagen Group Italia, Gabriele Galateri, presidente di Assicurazioni Generali e Donatella Bianchi, presidente di WWF. La giovane attivista Greta Thunberg sembra aver risvegliato, negli ultimi tempi, un afflato condiviso sull’importanza di salvaguardare il pianeta. E le possibilità, come l’utilizzo della smart energy per dirne una, ci sarebbero. Manca – come detto – il senso del reale pericolo che l’umanità sta correndo. Quello che potrebbe costringere il mondo della politica a intervenire con misure condivise a livello internazionale, magari impopolari, ma fondamentali per invertire una rotta. Altrimenti, quando ci leveremo la maschera dopo il ballo, sarà già troppo tardi.