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festival del futuro

Italia un Paese di over 65: longevità come opportunità

Prospettive L'aumento delle aspettative di vita apre nuovi scenari. Secondo l'analisi degli esperti, i fattori positivi, a livello globale e nazionale, superano di gran lunga le ricadute negative
Anziani felici In meno di 20 anni l'aspettativa di vita è aumentata in media di oltre 6 anni
Anziani felici In meno di 20 anni l'aspettativa di vita è aumentata in media di oltre 6 anni
Anziani felici In meno di 20 anni l'aspettativa di vita è aumentata in media di oltre 6 anni
Anziani felici In meno di 20 anni l'aspettativa di vita è aumentata in media di oltre 6 anni

La dinamica demografica è una delle sfide globali più importanti. La popolazione mondiale è cresciuta rapidamente ed è divenuta più longeva. L'aspettativa di vita massima è aumentata di due o tre anni ogni decennio, quindi in media ogni generazione vive dai sei ai nove anni più di quella precedente. In meno di 20 anni l'aspettativa di vita è aumentata in media di oltre 6 anni, passando dai 66,8 anni del 2000 ai 73,4 del 2020.

I numeri L'Italia si caratterizza per avere una popolazione mediamente molto longeva (l'aspettativa di vita è di circa 80,1 anni per gli uomini e 84,7 per le donne nel 2021) e con una quota di over 65 tra le più alte al mondo: nel 2020 erano circa 14,1 milioni (23,3% del totale), in aumento di circa il 36% dal 2000. Gli over 65 sono previsti crescere ininterrottamente fino al 2040, quando si stima saranno 19,2 milioni (33,6% del totale). Secondo Giulio Carlo Dell'Amico, partner di Kpmg e responsabile per l'Italia della practice Asset & Wealth Management, «ci sono fattori da indirizzare dato che incidono negativamente sulle dinamiche economiche e sociali, tra cui l'aumento dei costi sanitari, la carenza di profili specializzati nelle cure, le difficoltà nel rendere sostenibili i sistemi pensionistici, la necessità di sviluppare le attività di prevenzione e assistenza». Tuttavia, aggiunge, «la longevità rappresenta anche un'importante opportunità per il Paese da due punti di vista fra loro complementari, che è importante mettere a fuoco con chiarezza».

L'economia della longevità I longevi detengono una quota rilevante della ricchezza complessiva degli individui, hanno un reddito medio ed un livello di consumi più elevato rispetto alle altre coorti di età e dei bisogni in evoluzione. L'economia della longevità offre importanti potenzialità, in termini di rilevante domanda per beni e servizi per tutti i settori.In Italia, la spesa degli over 65 vale oltre 200 miliardi di euro, quasi un quinto dell'ammontare dei consumi delle famiglie. Nel 2030 varrà circa il 25% del totale dei consumi delle famiglie e nel 2050 raggiungerà il 30%. Rispetto alle popolazioni più giovani, gli over 65 hanno un consumo pro-capite medio annuo più elevato (15.700 euro contro 12.500 degli under 35) e un reddito medio più alto (20mila euro rispetto a 16mila), più ricchezza reale pro-capite, una superiore solidità finanziaria e una maggiore resilienza al ciclo economico. Un'opportunità per settori quali viaggi, cultura e tempo libero, benessere, immobiliare con la creazione di strutture compatibili con i bisogni di mobilità/assistenza/socialità delle persone anziane, cure, assistenza, servizi finanziari attraverso la semplificazione dei servizi di pagamento e transazionali per facilitare l'esperienza dei clienti. E ancora, servizi assicurativi, education (corsi per re-skilling e up-skilling) e Smart City, cioè le opportunità legate alla realizzazione delle città del futuro, con soluzioni che facilitino la vita quotidiana.

Verso le nuove generazione L'incremento della longevità può inoltre creare un circolo virtuoso di mutuo beneficio. «Con l'aumento della longevità», spiega Dell'Amico, «emerge una fascia di popolazione che, in media e a differenza del passato, gode di buona salute, ha un'importante esperienza a livello lavorativo, tempo ed energie da mettere a disposizione del Paese in diverse forme, dalla condivisione delle esperienze con i più giovani, all'imprenditorialità, al contributo sociale nei confronti delle fasce di popolazione più deboli e dell'ambiente e in tante altre opportunità». Si può creare un circolo virtuoso che riesca a massimizzare il contributo che queste persone possono offrire alla collettività, mantenendosi allo stesso tempo attive e riducendo quindi i rischi relativi al peggioramento della loro salute fisica e mentale dovuto ad una prematura inattività o ridotta socialità, con conseguenti ricadute positive sui singoli individui e sulla collettività.*Sintesi dell'articolo «Longevità: un'opportunità per l'Italia» di Giulio Carlo Dell'Amico pubblicato nell'inserto n. 4 del «Festival del Futuro»

Focus Al Festival del Futuro più panel sono dedicati a questo tema. «Ageing workforce: il bene e il male della longevità - L'epidemia di solitudine» è in programma venerdì 24 novembre alle 14: interverranno, coordinato da Marino Smiderle, direttore de Il Giornale di Vicenza, Giuliana Coccia, Senior Statician di AsVis, Odile Robotti, ad di Learning Edge, Alessandro Rosina, docente ordinario di Demografia e Statistica sociale all'Università Cattolica di Milano, Francesco Seghezzi, presidente di Adapt, Luigina Mortari, docente di Pedagogia generale all'Università degli Studi di Verona.