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I costi

Il ruolo dell'Europa nella transizione energetica

Quattrocento mila morti premature all’anno; una specie su sei (sia faunistica che botanica) in meno; abbattimento della "risorsa acqua" pari al 40% solo nel Sud dell'Europa.
FDF2023 - intervista ad Andrea Bolla

Sono solo alcuni dei costi - ingentissimi - che di qui a breve ci troveremo a pagare se, a partire da oggi stesso, non premeremo l'acceleratore sulla transizione verde. A snocciolare dati, considerazioni, ma anche opportunità da cogliere nell'immediato, soprattutto in virtù del Green Deal (il pacchetto di misure per garantire al tempo stesso crescita e decarbonizzazione, lanciato dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen nel 2019), sono stati i relatori del panel "Il ruolo dell'Europa nella transizione energetica", che ha da poco concluso la sessione mattutina del primo giorno di Festival del Futuro al Teatro Ristori. Sul palco, Massimo Gaudina (New European Innovation Agenda Commissione Europea) nella veste di chairman,  Alessandro Lanza, direttore della Fondazione Eni Enrico Mattei, Andrea Bolla, presidente di Vivienergia, Ernesto Ciorra, Chief innovability Officier di Enel, e Giulio Lo Iacono, segretario generale dell'ASviS, Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, il cui ultimo rapporto su scala europea parla di una crescita delle rinnovabili, tra il 2010 e 2019, dal 14 al 19% e di incrementi anche sul piano dell'efficienza energetica. E l'Italia non è stata da meno, «in quanto nello stesso decennio (fino al 2020), le rinnovabili sono cresciute dal 13 al 20% dei consumi lordi di energia, per poi subire -dopo le oscillazioni legate al break della pandemia - una stabilizzazione tra 2021 e 2022. Ora serve tuttavia uno scatto in avanti, dato da una determinazione della volontà politica molto più assertiva di quella che vediamo oggi», ha detto Lo Iacono. 

Francesca Saglimbeni