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festival del futuro

Il predominio della Cina nella sfida sui metalli rari

il controllo dell'economia Sono materie prime alla base della creazione dei maggiori beni delle società avanzate, dall'elettronica avanzata ai microchip. Il Dragone ne produce il 95%
Risorse preziose Le terre rare sono utilizzate, sia pure in proporzioni minime, in moltissimi prodotti della società contemporanea
Risorse preziose Le terre rare sono utilizzate, sia pure in proporzioni minime, in moltissimi prodotti della società contemporanea
Risorse preziose Le terre rare sono utilizzate, sia pure in proporzioni minime, in moltissimi prodotti della società contemporanea
Risorse preziose Le terre rare sono utilizzate, sia pure in proporzioni minime, in moltissimi prodotti della società contemporanea

In un dispositivo come lo smartphone, che tutti abbiamo sempre in mano, è presente la quasi totalità dei metalli rari: le batterie sono fatte di cobalto, estratto prevalentemente in Congo, e litio, che viene quasi interamente dalla Cina; nella componente elettronica si trovano il gallio che arriva dal sud della Cina, il tantalio del Mozambico, e il gadolinio di origine brasiliana. Nello schermo ci sono parti di ittrio, indio e disprosio. Altre terre rare, in proporzioni minori, entrano nel telaio e nelle connessioni interne. Senza questa serie di metalli rari possiamo dimenticarci questo strumento magico. Eppure, le materie prime rappresentano un tema che solleva di solito poco interesse. Poco noti, ma fondamentali«Il punto è che se tutto rientra nella norma, le risorse non sono considerate dai più una questione strategica», riflette Enrico Sassoon, direttore responsabile di Harvard Business Review Italia e direttore scientifico del Festival del Futuro, «ma oggi, e sempre più in futuro, saranno sempre più presenti e fondamentali. Non si tratta, di solito, delle più note e diffuse materie prime come ferro, rame, alluminio e legname, né di fonti di energia come petrolio, gas o carbone. Bensì di quel gruppo di risorse che va sotto il nome di metalli rari e di terre rare come ad esempio il litio, il cobalto, il neodimio, il gallio, il germanio o il tantalio. Ma anche altri metalli assai meno noti e con nomi spesso misteriosi ed esotici: lantanio, cerio, promezio, gadolinio, erbio, disprosio e altri ancora». Sono sostanze che vengono utilizzate, sia pure in proporzioni minime, in moltissimi prodotti che sono alla base della società contemporanea, e lo saranno sempre più in futuro: laser, schermi per ogni applicazione, smartphone, computer, dispositivi di telecomunicazione, ma anche magneti, motori elettrici e armi di nuova generazione.Il punto fondamentale, sottolinea Sassoon, è che le terre rare sono l'elemento centrale della nostra epoca, «ma da un lato si trovano in uno o pochi Paesi produttori e da un altro lato sono caratterizzate da processi produttivi fortemente inquinanti, che è anche il motivo per cui si producono solo in alcuni Paesi». Poiché l'industria tecnologica, a partire da quella informatica, e l'industria delle rinnovabili sono i primi utilizzatori di metalli e terre rare, non possono essere sottovalutate le implicazioni economiche e strategiche di quella che si avvia a essere una dipendenza eccessiva dalla Cina stessa. Il primato cineseAppunto, la Cina. Il Mineral Commodities Summary analizza periodicamente la situazione delle circa 90 materie prime indispensabili per le nostre economie. L'ultimo rapporto rivela, ricorda Sassoon, «che la Cina risulta il produttore del 44% dell'indio consumato nel mondo, il 55% del vanadio, il 65% della fluorite e della grafite naturale, il 71% del germanio, il 77% dell'antimonio, il 61% del silicio, il 67% del germanio e l'84% del tungsteno. E le terre rare? Qui si tocca il vertice con il 95% di tutto ciò che è prodotto al mondo. Dal punto di osservazione europeo è una situazione piuttosto scomoda». Ancor di più se si considera che la Repubblica Democratica del Congo produce il 64% del cobalto, il Sudafrica l'83% del platino, dell'iridio e del rutenio, il Brasile il 90% del niobio, la Russia il 46% del palladio. L'Europa dipende poi dagli Stati Uniti che producono il 90% del berillio. In una situazione di normalità questa distribuzione di risorse non comporta né particolari problemi, ma la questione si può invece porre in frangenti meno normali. «Per esempio», chiarisce Sassoon, «in una crisi come quella pandemica, o nel caso di un conflitto sia di tipo tradizionale (Ucraina), sia di tipo nuovo. E, da come si stanno mettendo le cose in termini geopolitici nel Mar Cinese Meridionale, una crisi sembra solo questione di tempo. Non si arriverà, sperabilmente, a tanto, ma non c'è dubbio che la nuova realtà geopolitica e geoeconomica abbia oggi e in futuro un punto focale che ruota attorno ai metalli rari e al predominio cinese su di essi». *Sintesi dell'articolo «Il ruolo strategico dei metalli rari» di Enrico Sassoon pubblicato nell'inserto n.5 del «Festival del Futuro»Focus Le terre rare sono lantanio, cerio, praseodimio, neodimio, promezio, samario, europio, gadolinio, terbio, disprosio, olmio, erbio, tulio, itterbio, lutezio, scandio, ittrio. Sono fondamentali per creare magneti permanenti, fibre ottiche e batterie ricaricabili, cruciali nell'industria delle auto elettriche e ibride, ma anche per costruire le turbine eoliche e i pannelli solari. Sono inoltre fondamentali negli schermi di desktop e smartphone e nella realizzazione di apparecchiature di medicina avanzata.