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Il personaggio

Il signore delle castagne: «Così scaldo l'autunno dei vicentini»

Franco Martin, 63 anni, dal 1989 gestisce il chiosco di viale Roma a Vicenza. Aveva trent'anni quando lasciò la fabbrica per seguire il suocero
Franco Martin, 63 anni, di Gazzo Padovano, dal 1989 gestisce il chiosco di viale Roma a Vicenza
Franco Martin, 63 anni, di Gazzo Padovano, dal 1989 gestisce il chiosco di viale Roma a Vicenza
Franco Martin, 63 anni, di Gazzo Padovano, dal 1989 gestisce il chiosco di viale Roma a Vicenza
Franco Martin, 63 anni, di Gazzo Padovano, dal 1989 gestisce il chiosco di viale Roma a Vicenza

Altro che le giornate che si accorciano; altro che le foglie che cadono. L'autunno a Vicenza arriva davvero solo quando in viale Roma spunta il chiosco delle caldarroste. Struttura minimal che si anima dal pomeriggio fino alle 20.30-21 di sera, in un'alternanza tra spadellare e insacchettare nelle tradizionalissime bustine di carta. Una presenza fissa da decenni e che da 33 anni è gestito ininterrottamente da Franco Martin, 63 anni, residente a Gazzo Padovano ma volto noto ai vicentini. Anche perché oltre a gestire il chioschetto delle castagne fino alla scorsa estate si è occupato anche dell'anguriara di viale Fiume. «Ma ora abbiamo mollato perché era diventato troppo impegnativo. Mio suocero aveva iniziato nel '63, poi sono subentrato io». Ma quella è un'altra storia, è un'altra stagione. Che non conosce l'aria che inizia a farsi più fredda e quella vena di malinconia delle luci all'imbrunire.

La prima domanda è diretta: «Ma lei sa di rappresentare l'autunno?». «Eh sì, me lo dicono tutti».Martin aveva trent'anni quando ha lasciato la fabbrica per accettare l'offerta del suocero, che gli proponeva di prendere il testimone del chioschetto avviato negli anni Settanta. Era il 1989 quando arrivò la proposta, una vita fa. «In quegli anni in città c'erano altri sei, sette punti dove si vendevano castagne - ricorda il gestore - oggi invece sono rimasto praticamente solo io. Gli altri? Erano anziani e ormai se ne sono andati quasi tutti». C'era concorrenza, ma anche il mercato era diverso. «Gli affari erano il triplo - continua - ma era diverso tutto, a partire dalla viabilità. Chi arrivava da viale Venezia era obbligato a girare per viale Roma e poi imboccare viale dell'Ippodromo, verso la Siamic. In quel modo tutti passavano qui davanti, quindi era più semplice che si fermassero. Ora su dieci auto che passano in viale Venezia, otto vanno dritte. Chi viene qui, lo fa apposta per prendersi le castagne».

Accettare la proposta del suocero è stata comunque una scelta felice. «Questo lavoro ti permette di gestirti, di stare all'aria aperta, di incontrare persone. Una signora mi ha raccontato che veniva a prendere le castagne quando era incinta e ora sua figlia ha 15 anni». E il fatto che la zona non goda di grande fama per Martin non è mai stato un problema. «Prima del 2000 non c'era niente, poi i movimenti sono cambiati ma a me nessuno ha mai fatto niente. Può esserci a volte del trambusto, ma come in altre parti».

Tanto che torna ogni anno, da ottobre ai primi di dicembre. «Tutti i giorni, sabato e domenica compresi, visto che è quando si lavora di più. È un lavoro che consiglierei, ma è difficile trovare qualcuno disposto a farlo. Eppure, se si ha voglia, può dare soddisfazioni». Anche se i rincari si stanno facendo sentire. «Tra carbone e castagne quest'anno ho visto un aumento di circa il 20 per cento - spiega - e ho dovuto ritoccare un po' il prezzo, portandolo a 2,5 euro all'etto. Ma in altre città è così già da tempo». Con gli anni sono cambiate anche le stagioni, con autunni progressivamente più miti. «Oggi fa ancora caldo, ma ricordo un anno, mi pare fosse il 2001, in cui la temperatura scese di molto sotto lo zero, tanto che si ghiacciò la bottiglia d'acqua. Faceva freddo ma in quei tempi restavo fino alle 23, perché c'era movimento. Oggi alle 21 qui in giro non c'è più nessuno». Eppure non ha dubbi, questo posto non lo cambia. «Continuerò a fare castagne per tutti coloro che si fermano, dai bambini agli anziani».

Alessia Zorzan