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Roberto Ciambetti

«Amo i risotti, cucino per sopravvivenza. Il vino? Un buon rosso»

Risotto with wild mushrooms with parsley and parmesan on olive wood board Risotto with wild mushrooms with parsley and parmesan on olive wood board
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Risotto with wild mushrooms with parsley and parmesan on olive wood board Risotto with wild mushrooms with parsley and parmesan on olive wood board

La selvaggina, il riso, il dolce “macafame”. E naturalmente il baccalà alla Vicentina. Rispecchiano in pieno i piatti tipici del territorio, i gusti in materia di enogastronomia di Roberto Ciambetti. E non poteva essere altrimenti, per colui che rappresenta il Veneto come presidente del consiglio regionale.
Subito una premessa. «Sono celiaco, quindi devo adattarmi e cercare prodotti e locali che rispecchiano un’attenzione specifica - spiega - E devo dire che questo tipo di sensibilità è cresciuta tantissimo, negli ultimi dieci anni». Per il resto, il presidente del Consiglio veneto non si reputa una persona dai gusti difficili. «Sono abbastanza “di bocca buona” - sottolinea -. Essendo spesso impegnato in occasioni di rappresentanza, mi adatto a quello che trovo. Non disdegno la selvaggina, dagli ungulati alla penna, che nel Vicentino è cucinata in maniera importante. In generale, mi piacciono i piatti delle nostre zone».
E per un sandricense doc come il presidente Ciambetti quale può essere uno dei piatti preferiti? «Certo, il baccalà alla vicentina mi piace, sono un confratello della Confraternita, che ho visto nascere e seguo da vicino - continua -. Questo piatto è diventato un’attrazione culinaria notevole, conosciuto in tutta Italia, come mi capita di sentire quando mi confronto con i colleghi di altre regioni. Un marchio della nostra terra».
Da un prodotto tipico all’altro, il salto è breve. «Sono un ultrà del riso - continua Ciambetti -. Da un paio d’anni sono alfiere del riso di Isola della Scala, apprezzo molto anche quello di Grumolo delle Abbadesse, del Delta del Po. Mi piace preparato in tutte le maniere, ma se devo scegliere punterei sul condimento con i funghi o con il tastasale». La buona cucina evoca ricordi d’infanzia. «Mia mamma a tavola non ci dava assolutamente noia - continua il presidente del consiglio veneto -. Una cosa che continua a fare con grande qualità sono le frittelle e la “fornarola” o “macafame”. Per i dolci, devo cercare quelli senza glutine: ottimi quelli della pasticceria Marcon a Nove». E come se la cava Roberto Ciambetti ai fornelli? «Parliamo di una cucina di sopravvivenza - spiega -, però qualche buona pasta con un condimento discreto la so preparare; i piatti che mi riescono meglio sono i bigoli alle acciughe e gli spaghetti aglio olio e peperoncino». Un’ottima pietanza va sempre accompagnata con un buon bicchiere. «Mi piacciono i vini rossi importanti - sottolinea -. Come il Valpolicella ripasso, il Fratta di Maculan. Quando bevo, mi piace bere bene. Per la birra, devo puntare su quella senza glutine». Per i locali, poi, difficile fare distinzioni. «Apprezzo ristoranti, trattorie, pizzerie - conclude -, in particolare i ristoranti Al Pioppeto di Romano d’Ezzelino, Da Beppino a Schio, da Palmerino a Sandrigo, Al Molin Vecio a Caldogno, le pizzerie Fornino a Malo, Magia ad Asiago, Icio e Paola a Colceresa e ovunque si mangi bene e sano».

Matteo Carollo