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La novità

La banca della discordia diventa un ristorante. A Vicenza arriva "Signorvino"

In piazza Matteotti, a Vicenza, all’interno dei locali che sono stati al centro di lungo un braccio di ferro tra i privati e l’amministrazione aprirà i battenti il marchio “Signorvino”.
Niente più banca in piazza Matteotti: aprirà la catena della ristorazione “Signorvino”
Niente più banca in piazza Matteotti: aprirà la catena della ristorazione “Signorvino”
Niente più banca in piazza Matteotti: aprirà la catena della ristorazione “Signorvino”
Niente più banca in piazza Matteotti: aprirà la catena della ristorazione “Signorvino”

Prima ex ufficio postale, poi istituto di credito, ma finito ben presto al centro di un’annosa battaglia legale tra privati e amministrazione comunale iniziata nel 2009. Dopo il silenzio degli ultimi tempi, con i locali vuoti, è ora arrivato però il momento di un nuovo inizio per l’immobile di piazza Matteotti 33, pronto a cambiare nuovamente volto. E a voltare, è la speranza, definitivamente pagina. Dove in passato era stata aperta “la banca della discordia” a breve nascerà infatti uno spazio di ristorazione e rivendita di vino. 

"Signorvino" prossima apertura a Vicenza

La notizia è di quelle che arriva direttamente “dalla strada”, come si dice in questi casi; basta infatti passare davanti all’edificio per notare sulle vetrine vuote da tempo i cartelloni con il nome della nota catena “Signorvino” nata nel 2012 e parte del gruppo Calzedonia. Ben visibile anche il cartello con la scritta «opening soon» di una «cantina con cucina», e che evidenzia anche la ricerca di personale, invitando gli interessati a presentare la propria candidatura. 

Banca addio: quel lungo braccio di ferro tra privati e Comune

Con una sterzata verso la ristorazione, si allontana dunque lo spettro della “banca della discordia” che a lungo, in passato, ha generato grattacapi e polemiche a palazzo Trissino. Il caso era esploso all’inizio del 2009, quando gli allora consiglieri di opposizione dell’allora Pdl Marco Zocca e Valerio Sorrentino avevano puntato i riflettori sull’ex ufficio postale di piazza Matteotti 33, dove era sorto un istituto di credito al posto del supermarket autorizzato dal Comune, senza che il Consiglio comunale avesse però approvato il cambio di destinazione d’uso. Un “pasticcio” in un’area interessata dai vincoli del piano particolareggiato del centro storico, con strascichi lunghi e tribolati. L’8 gennaio 2010 era stato un commissario ad acta inviato dalla Regione a firmare il provvedimento con cui veniva cambiata la destinazione d’uso dell’immobile da commerciale a direzionale; un atto firmato su incarico di una sentenza del Tar, che aveva accolto il ricorso della società Vivara Srl di S. Martino di Lupari, proprietaria dell’immobile, la cui richiesta di cambio di destinazione d’uso era rimasta senza risposta oltre i termini di legge. Tutto sembrava pronto per l’apertura della filiale di Friuladria, quando prima la giunta e poi il Consiglio comunale avevano deciso di annullare il cambio e il permesso edilizio concessi dal commissario ad acta. Una delibera la cui efficacia era stata poi sospesa dal Tar - dopo un nuovo ricorso dei privati - che aveva riconosciuto al Comune solamente la possibilità di perseguire l’abuso edilizio commesso in piazza Matteotti, ma non quella di annullare l’atto del commissario. Alla fine la giunta Variati aveva deciso di rinunciare al ricorso al Consiglio di Stato. «Analizzato il pronunciamento del tribunale amministrativo - aveva dichiarato nel maggio del 2010 l’allora assessore all’Edilizia privata Pierangelo Cangini - di concerto con i gruppi consiliari di maggioranza abbiamo deciso di non ricorrere al Consiglio di Stato, con il rischio di imbarcarci in una lunga e onerosa battaglia legale dagli esiti incerti. Gli uffici, di conseguenza, rilasceranno il permesso di costruire in sanatoria, quantificando la sanzione per le opere realizzate prima dell’autorizzazione al cambio d’uso e il recupero degli oneri non pagati». 

Alessia Zorzan