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Quando il principe dei vini era il Recioto e non l’Amarone

La storia ricostruita attraverso carte ingiallite acquistate in una libreria antiquaria
Il sindaco Gerardo Zantedeschi
Il sindaco Gerardo Zantedeschi
La nascita del Consorzio

La Valpolicella dei vini rossi quando l'Amarone ancora non esisteva e in testa a tutti c'era il Recioto. La Valpolicella dei Comuni veronesi di San Pietro in Cariano, Sant'Ambrogio, Fumane, Marano, Negrar e anche di quelli di Prun, Negarine e Parona prima della loro soppressione. Ben lontana, comunque, dall'allargamento della Denominazione verso altre terre ad est.

 

La nascita del Consorzio

La Valpolicella delle proprietà agrarie dei signori di Verona, delle ville venete abitate, curate e prolifiche, del sistema agrario della mezzadria a mandare avanti la campagna e a regolare i rapporti tra classi sociali. La Valpolicella dell'agricoltura e della viticoltura che premono per crescere, essere tutelate e farsi conoscere come marchio di qualità. Nacque da queste basi, il 9 febbraio 1925, a San Pietro in Cariano, il Consorzio per la difesa dei vini tipici della Valpolicella. Fu l'antesignano dell'attuale Consorzio di tutela che oggi comprende viticoltori, vinificatori e imbottigliatori della zona di produzione dei vini della Valpolicella per un totale di 19 comuni. Le riunioni per dare vita all'associazione consortile iniziarono nel novembre 1924.

 

Il collezionista di documenti antichi

Sempre a San Pietro, fulcro e capoluogo di un territorio che si identificava ancora fortemente con l'area della Conta e del Vicariato della Valpolicella. In mezzo, da allora a oggi, quasi un secolo. E la nascita, l'ascesa e la fortuna dell'Amarone. Testimonianze scritte e documenti originali d'inizio Novecento relativi al Consorzio per la difesa dei vini tipici della Valpolicella sono parte della collezione privata dell'attuale sindaco di San Pietro in Cariano, Gerardo Zantedeschi.

Appassionato di storia locale, collezionista di vecchie cartoline da trent'anni, Zantedeschi ha acquistato una decina di anni fa in una libreria antiquaria alcune carte ingiallite dal tempo sugli albori del consorzio nato nell'intento di «dare garanzia di autenticità e genuinità a un prodotto», si legge «insidiato da una sleale concorrenza». C'è l'elenco dei componenti del primo consiglio di amministrazione, nomi assai noti all'epoca, e quello dei soci al 1° gennaio 1926, pure loro personaggi di spicco tanto in città quanto nelle campagne valpolicellesi dove avevano proprietà.

 

Tenere viva la memoria 

E ancora, la riproduzione di una cartina della "Vallis Pulicella" e dello stemma del consorzio, nonché una cartolina postale spedita a Milano. Un materiale che il sindaco carianese col pallino della storia e della geografia locale custodisce insieme a centinaia di cartoline e immagini riguardanti la Valpolicella storica. Da Pescantina e Dolcè fino a Sant'Anna d'Alfaedo. «Sono testimonianze preziose del nostro passato e dei nostri territori, le nostre radici», afferma Zantedeschi, «e compongono una memoria che merita di essere tenuta viva anche tra le giovani generazioni».

Il presidente del primo Cda era il commendatore Pio Brugnoli, personaggio di rilievo nella Valpolicella del tempo e impegnato a tutto campo. Sindaco di Fumane, e poi anche commissario prefettizio a San Pietro in Cariano, era stato generale distintosi durante la Grande guerra. Il suo vice era l'avvocato Riccardo Ferrari, il segretario il conte Leonello Sagramoso della nobile famiglia cittadina. Tra i consiglieri c'era pure Giovanni Quintarelli, di Prun. Con lui Brugnoli aveva fondato in quegli anni il «Bollettino dell'associazione agraria della Valpolicella tra proprietari e conduttori di fondi», combattivo periodico locale durato 18 mesi sul quale ha condotto una ricerca Emanuele Luciani per il Centro di documentazione per la storia della Valpolicella. Tra i compiti primari, annota Luciani, «difendere la mezzadria e piccola proprietà, favorire la conoscenza e l'applicazione di tecniche agrarie moderne, agire in modo coordinato nella lotta contro la fillossera, difendere il buon nome dei vini della Valpolicella». Stessa linea d'onda, praticamente, del consorzio.

 

I nomi che segnarono un'epoca

Scorrendo l'elenco dei soci al 1° gennaio 1926 si notano altrettanti personaggi noti del tempo, dai discendenti del poeta Betteloni a Corrubio al conte e senatore Gian Antonio Campostrini, dal professor Luigi Messedaglia al cavalier Alberto Monga, dai conti Rizzardi all'avvocato Augusto Tedeschi. Socio era pure Ugo Guarienti, conte e possidente terriero con proprietà a Fumane: consigliere comunale e provinciale di Verona, fu anche senatore del Regno d'Italia e nella prima legislatura della Repubblica tra le fila della Democrazia Cristiana.

Per non parlare poi delle località in cui si trovavano i poderi, secondo una toponomastica che sa di antico: Cengio a Torbe e Palazzo e Tomenighe a Negrar, Sausto a Negarine, Fieromonte e La Giara a Fumane, Fasanara a Marano, Ca' Montanar a San Pietro... «Se solo i giovani si appassionassero di più alla geografia locale», conclude il sindaco collezionista, «quante cose che potrebbero scoprire sui luoghi che frequentano senza conoscerli». 

Camilla Madinelli