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Giornata internazionale del caffè, bevanda senza rivali e simbolo di italianità

Caffè corto, ristretto o lungo, il caffè oggi in Italia sembra sempre più non aver rivali in fatto di apprezzamento sociale per i diversi modi di gustarlo e per i tanti luoghi dove farlo, tanto da assurgere a ruolo di bevanda icona ed essere considerato simbolo di italianità. Tra i tanti i motivi che lo hanno portato nel tempo a scalare la classifica della popolarità, facendolo diventare un rito irrinunciabile, ci sono il fatto di favorire piacere, convivialità, relax ed energia.

La conferma di un successo senza tempo arriva con la Giornata Internazionale del Caffè, che si celebra in tutto il mondo oggi, venerdì 1 ottobre. Dal sentiment nazional popolare emerge che per oltre il 75% è considerato un punto di forza del Made in Italy, secondo un’indagine di AstraRicerche realizzata per il Consorzio Promozione Caffè, mentre per il 72,5% degli intervistati è uno dei piaceri della vita. Oltre il 64% dichiara che continuerà a bere caffè anche in futuro come fa ora ed addirittura uno su quattro aumenterà i propri consumi. L’amore incondizionato per il caffè è confermato inoltre proprio dalle percentuali dell’andamento di consumo: il 97% afferma di bere, più o meno spesso, caffè o bevande a base di caffè (dato in leggera crescita rispetto al 2020) e oltre la metà (54%) afferma che il consumo è di tre o più tazzine al giorno (+2% rispetto all’anno precedente), con un aumento significativo nella fascia 18 -35 anni. La casa si conferma ancora una volta il luogo più amato per bere il caffè: su 100 caffè, 57 sono consumati tra le mura domestiche, che siano le proprie o quelle di amici e parenti. Il bar, con la riapertura dei locali
superata l’emergenza Covid, continua a rappresentare uno dei posti preferiti dagli italiani per gustare l’amata tazzina, tra le ragioni della preferenza è perché considerato luogo di chiacchiere di fronte ad un caffè (26,1%) e un rito mattutino (31,5%). Per oltre il 41% andare al bar significa anche sostenere l’economia e i piccoli esercenti. Tempi duri invece per la celebre caffettiera: capsule e cialde si confermano essere il metodo preferito di preparazione del caffè (43%, +3,6% rispetto al 2020). Per la Moka invece ancora errori e falsi miti. A spiegarlo il sommelier del caffè Nicola Battista secondo il quale l’acqua nella caldaia non deve superare mai il livello della valvola; nessun "vulcanello" con la polvere di caffè, il filtro va riempito in modo omogeneo; la fiamma del gas non deve mai avvolgere la moka e sarebbe bene spegnerlo quando il flusso del caffè ha raggiunto metà capienza senza aspettare il borbottio. Sotto il profilo delle innovazioni colturali si registra l’ingresso dell’Italia nella cosiddetta "coffee belt" (la cintura geografica dove si trovano la maggior parte delle piantagioni nel mondo) con un raccolto di Arabica, per circa 30 kg di varietà Bourbon e Catuai a Parlermo.