<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Francia, i panini a base vegetale non posso chiamarsi hamburger, e in Italia?

Oltralpe scattato il divieto di usare termini propri di cibi a base di carne

Con il divieto scattato in Francia di
utilizzare nomi di prodotti di origine animale per i prodotti a
base di proteine vegetali serve ora una legge nazionale anche in
Italia per fare definitivamente chiarezza su finti burger e
altri prodotti che sfruttano impropriamente nomi come mortadella
o salsiccia. È quanto afferma la Coldiretti nel dare notizia
della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale francese del
decreto del Governo transalpino.
Il provvedimento vieta, infatti - osserva la Coldiretti -,
l’utilizzo per i prodotti a base di proteine vegetali di
denominazioni riferite a nomi e gruppi di specie animali, alla
morfologia o all’anatomia animale, di nomi che usano la
terminologia specifica di macelleria, salumeria o pescheria e di
nomi un alimento di origine animale rappresentativo degli usi
commerciali.
Un decreto che supera le incertezze ancora presenti a livello
europeo chiudendo la strada alla presenza nel carrello della
spesa a finti hamburger con soia, spezie ed esaltatori di
sapore o false salsicce riempite con ceci, lenticchie, piselli,
succo di barbabietola o edulcoranti grazie alla possibilità -
evidenzia la Coldiretti - di utilizzare nomi come «burger
vegano» e «bistecca vegana», bresaola, salame, mortadella
vegetariani o vegani con l’unico limite di specificare
sull’etichetta che tali prodotti non contengono carne.
«Il perdurare di una situazione di incertezza rappresenta
purtroppo un favore alle lobbies delle multinazionali che
investono sulla carne finta, vegetale o creata in laboratorio -
denuncia il presidente della Coldiretti Ettore Prandini -
puntando su una strategia di comunicazione subdola con la quale
si approfitta deliberatamente della notorietà e tradizione delle
denominazioni di maggior successo della filiera tradizionale
dell’allevamento italiano per attrarre l’attenzione dei
consumatori e indurli a pensare che questi prodotti siano dei
sostituti, per gusto e valori nutrizionali, della carne e dei
prodotti a base di carne.