Una Lesa Maestà quella dei fratelli Siemàn matrimonio ben riuscito

Sui Colli Berici, nel territorio di Villaga, Tai Rosso e Pinot Nero si incontrano in un blend alquanto inedito. Parrebbe un affronto, in senso ironico una Lesa Maestà, la correzione del Pinot Nero con l’autoctono Tai Rosso. Ma i fratelli Sieman giurano sia un matrimonio ben riuscito. Siemàn, in dialetto veneto “sei mani”, quelle di Marco, Daniele, Andrea Filippini, si sono ritrovate a condividere la medesima passione per la terra e la vigna. La terra promessa qui si chiama Colli Berici, il luogo in cui tradurre una passione in vini personali e di carattere. Probabilmente sarebbe una storia come molte altre, se non fosse che nei nove ettari di terreno collinare, in parte boschivo, i fratelli Filippini si misurano con uva, vino e birra (fermentate con i lieviti del vigneto). L’approccio è quello il più rispettoso possibile della materia prima, vinificazioni con lieviti indigeni, fermentazioni spontanee, nessuna manipolazione, nessuna aggiunta di prodotti esterni e solfiti. Solo vigna, uva e tempo, quello dell’affinamento e dei ritmi della natura. Giocano col mosto, pretendono pulizia, sperimentano con la botte, i tini di cemento, l’acciaio. Lesa Maestà è una sinfonia di bellezza, un calice che mostra genuinità e richiama nel gusto l’idea originaria. Quella della campagna e della vita agreste, spogliatasi di espedienti e stratagemmi. Come il delicato sedimento sul fondo della bottiglia, che risponde ai principi di una concezione biologica anche in cantina. I delicati profumi di rosa e viola, i piccoli frutti rossi, l’eleganza della trama, la fittezza setosa del tannino, in fondo non sono altro che la misura della purezza, un calice di vino fedele a sé stesso, che racconti con i sensi i Colli Berici, che esprima in bocca il territorio. Il senso di Siemàn per la viticoltura. Costo in enoteca 20 euro