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IL VINO

Il “cru” Monte Ceriani nasce sul vulcano e spinge la mineralità

A ricordarci che Tenuta Sant’Antonio non è solo Valpolicella c’è il Soave Vigna Monte Ceriani che strappa un oh di meraviglia per il suo taglio personale e lo spessore delle sensazioni olfattive. La Garganega in tutta la sua purezza, allevata su sette meravigliosi ettari di colline di suoli e sottosuoli vulcanici, uno spaccato di lava che ne determina la decisa mineralità, il frutto composto che si manifesta con forza solo dopo alcuni anni. Un calice che va oltre sé stesso per raccontare una storia di terra e di famiglia, un Single Vineyard vanto di un’azienda in una conduzione magistrale, in cui tecnologia e modernità sono al servizio della natura e di vigneti condotti con rispetto, passione, biodiversità. Progetti nati con l’unico obiettivo di portare nel calice un vino autentico e salutare, identificato nella profonda cultura del territorio del Soave, e realizzato secondo processi produttivi che guardano ai soli elementi presenti in natura, alla vite accompagnata nel suo sviluppo secondo una viticoltura integrata. Vigna Monte Ceriani è uno dei gioielli di Tenuta Sant’Antonio, l’etichetta in cui i fratelli Castagnedi credono fortemente, voluta anche per ricordare che le radici sono importanti come importante è la capacità di sapere guardare al futuro. Monte Ceriani è il Cru individuato nella menzione Monte Colognola - località Ceriani -, collocato al di fuori della zona del Soave Classico ma certamente esclusivo per l’appartenenza. Un naso intenso, variegato di agrumi gialli, pompelmo, fresche note citrine, la pesca gialla, il floreale di tarassaco e ginestra ne delinea il tratto olfattivo. Il palato, lunghissimo con la tipica chiusura di mandorla amara, si gioca tutto con la vendemmia, un’uva raccolta in lieve anticipo per mantenerne vive le caratteristiche di freschezza, profumi, ampiezza, intensità. Vendita in enoteca 13 euro.

Giovanna Romeo