<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
La festa degli innamorati

San Valentino tra fiducia, dialogo e passione. «Solo così l'amore resiste»

Secondo la psicologa gelosia e routine avvelenano la relazione, spingendo a tradire «con colleghi e amici»

Gelosia, routine, possessività e mancanza di comunicazione. Di questi veleni muore (o si ammala) l'amore. Tossine sentimentali che inquinano le relazioni, rovinano i rapporti e finiscono - troppo spesso - per degenerare in episodi di violenza fisica, psicologica, economica. Nel giorno in cui si celebra la festa degli innamorati (14 febbraio, ndr), come capire se quella che si sta vivendo è una storia sana, positiva e destinata a durare? «I segnali su come andrà una relazione, in genere, sono chiari fin dall'inizio - spiega la psicologa e psicoterapeuta Maria Cristina Strocchi - solo che spesso non vengono colti, volontariamente o meno».

Che si tratti di coppie giovani ma anche meno giovani, ci sono dei campanelli d'allarme da non sottovalutare. «La gelosia morbosa, la mancanza di fiducia, la perdita di libertà e di autonomia - penso per esempio a chi pretende di fare tutto assieme all'altro senza lasciare spazi "personali"- tutti questi sono sintomi di un amore malsano, da cui è meglio stare lontani per evitare di avvitarsi in situazioni pericolose», avverte la dottoressa Strocchi. Ma a minare la salute dei legami affettivi è anche l'eccesso di competizione tra i partner, «in genere con l'uomo che soffre i risultati professionali della compagna e invece di incoraggiarla e sostenerla la sminuisce e la ostacola».

Non genera pericoli ma rischia di ammazzare la passione un altro effetto collaterale della vita a due di lunga data: «Il "prendersi cura dell'altro", in questo caso di solito lo fa la donna nei confronti dell'uomo non va bene quando diventa una forma di accudimento materno, perché spegne la fiamma e fa precipitare il rapporto nella routine». Routine che, il più delle volte, è la scintilla che innesca il tradimento: «Vicenza è una delle città in cui si tradisce di più proprio per questo: monotonia nella coppia, mancanza di comunicazione, incapacità di mediare nelle discussioni», esemplifica la psicoterapeuta. Tradimenti che, a dispetto di quanto si possa pensare, non si consumano solo con sconosciuti, magari su social e app d'incontri. «Il più delle volte si tradisce con il personal trainer, l'insegnante di yoga, il collega, l'amico, quindi con chi fa parte della cerchia più intima», sottolinea Strocchi.

Come fare, dunque, per alimentare l'amore anche dopo tanti anni? «Uscire a cena regolarmente, concedersi momenti per sé e perché no, anche per San Valentino, passare qualche ora assieme, soli, alle terme».

Giulia Armeni

Suggerimenti