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non solo funghi

Belle ma pericolose, ecco le piante velenose d'autunno: «Non fatevi tentare»

Le specie tossiche e velenose sono alcune centinaia. Alcune di esse ingannano gli occhi meno esperti
Bellissime ma velenose: le specie tossiche sono alcune centinaia
Bellissime ma velenose: le specie tossiche sono alcune centinaia
Piante velenose d'autunno (Bicego)

Camminare alla ricerca dei frutti della natura è una pratica molto diffusa con l’arrivo dell’autunno. Con le giornate si accorciano, è quasi istintivo «fare scorta» in previsione dell’arrivo dell’inverno. Ed ecco che i cestini si riempiono non solo di frutti come mele, pere o grappoli d’uva. Ma di funghi, castagne e noci che si trovano in prati e boschi.

Inutile dire che, per accaparrarsi queste primizie, valgono alcune fondamentali regole: innanzitutto il rispetto della proprietà privata, poi l’attenzione. 

La raccolta dei funghi

«La raccolta di funghi ogni anno mette a repentaglio la vita di molti pseudo esperti improvvisati», osserva il naturalista Silvio Scandolara. Non di meno, prosegue, «rischiano quanti si recano a raccogliere piante o parti esse come radici, foglie e bacche senza le opportune conoscenze». Malauguratamente la cultura contadina ormai si è persa, spiega: «Poche persone hanno presente che esistono numerose piante tossiche e che alcune di esse sono addirittura mortali».

Numerose specie tossiche

In Italia, segnala l’esperto, le specie tossiche e velenose sono alcune centinaia. Alcune di esse ingannano gli occhi meno esperti ed è per questa ragione che Scandolara ci accompagna alla scoperta delle piante dalle quali è meglio tenersi alla larga.

Storicamente nota è la Cicuta (Conium maculatum), che molti studenti hanno conosciuto per essere stata la pena inflitta al filosofo Socrate. La Belladonna (Atropa belladonna) nel libro «Il nome della rosa» di Umberto Eco era causa della morte dei frati che toccavano le pagine proibite. E ancora: la Digitale (Digitalis grandiflora con la Digitalis lutea e la Digitalis purpurea) era molto usata nei romanzi gialli di Agatha Christie. «Alcune piante, invece, non sono per nulla famose e perciò più subdole», continua.

Nomina ad esempio il Colchico (Colchicum autumnale) «che contiene un alcaloide potentissimo: pochi milligrammi di una qualsiasi parte della pianta possono essere fatali».

Di recente, in Emilia, «un’intera famiglia ha perso la vita per aver confuso i fiori estremamente comuni in questo periodo, di colore rosa e vagamente simili al Crocco, quindi scambiati per zafferano», continua. Una disavventura con esito infausto è toccata anche ad un raccoglitore di Aglio orsino (Allium ursinum).

Infine, la pianta del Tasso (Taxus baccata) è vagamente simile ad un abete e in questo periodo produce belle bacche di color rosso la cui polpa è decisamente buona e dolce, aggiunge l’esperto, «tuttavia contiene nei semi un veleno che ha stroncato un paio di anni or sono la vita ad un ragazzino che ne ha mangiato alcuni». Si tratta solamente di alcuni esempi, ma il naturalista potrebbe proseguire a lungo.

Si ferma e lancia un messaggio a chi ama avventurarsi nella natura: «Sì alle belle escursioni, senza però lasciarsi tentare. Meglio non raccogliere nulla, tantomeno la frutta da coltivazione!». 

Marta Bicego

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