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Parco Natura Viva

«Il parco è pronto a ospitare i cammelli donati da Gheddafi a Berlusconi»

Figurano nel testamento del Cavaliere. Ora spetta agli eredi decidere: «Sono esemplari a rischio estinzione»
Silvio Berlusconi e Gheddafi in un’immagine del 2008. A destra due esemplari ospitati all’interno di uno zoo
Silvio Berlusconi e Gheddafi in un’immagine del 2008. A destra due esemplari ospitati all’interno di uno zoo
Silvio Berlusconi e Gheddafi in un’immagine del 2008. A destra due esemplari ospitati all’interno di uno zoo
Silvio Berlusconi e Gheddafi in un’immagine del 2008. A destra due esemplari ospitati all’interno di uno zoo

Una scheggia dell’eredità di Silvio Berlusconi potrebbe finire nel Veronese. Non si tratta di qualche briciola dello sterminato patrimonio composto da quote societarie, partecipazioni, immobili di pregio e lasciti in denaro che il fondatore di Forza Italia ha diviso tra familiari ed amici. La questione è più terra terra e riguarda i tre cammelli, compresi nel testamento del Cavaliere e donati dall’ex leader libico Muammar Gheddafi, ai tempi dell’amicizia tra i due, prima dello scoppio della guerra civile nel Paese nordafricano e dell’uccisione dell’ex presidente nell’ottobre del 2011.

Testamento

A fine giugno, con l’apertura del testamento del Cavaliere, la questione dei cammelli è tornata alla ribalta perché i quadrupedi sono citati tra i beni che andranno agli eredi. Nel giro di qualche giorno e fatte le dovute considerazioni, Cesare Avesani Zaborra, biologo e direttore scientifico del Parco Natura Viva di Bussolengo si è offerto di ospitarli in un ambiente dove già vivono oltre un migliaio di esemplari di diverse specie. Finora però la disponibilità è caduta nel vuoto.

«Non abbiamo aggiornamenti. Certo ci serve che gli eredi si facciano carico del trasferimento e destinino agli animali un piccolo vitalizio», afferma. Il quattro volte presidente del consiglio italiano ha ricevuto in regalo i tre cammelli pochi mesi prima dello scoppio della guerra civile in Libia. Gli animali, quindi, si troverebbero ancora nello zoo di Tripoli. Possibile che siano ancora vivi? «Si tratta di una specie longeva, che abbiamo pensato potrebbe ambientarsi agevolmente a Bussolengo nei cinque ettari di savana», ipotizza il direttore. Del resto al Parco Natura Viva ha trovato un habitat naturale anche un'altra specie del deserto, estinta in natura, l'orice dalle corna a sciabola, quindi anche i cammelli potrebbero trovarsi a loro agio.

«Se l'erede destinatario dovesse decidere di portarli in Italia, noi siamo disposti ad accoglierli. Non è la prima volta che ci occupiamo di animali provenienti dal Nord Africa. In passato un nostro veterinario andò a curare le tigri che Gheddafi faceva vivere nel suo parco, a Tripoli», racconta Avesani Zaborra, ricordando che per la cultura berbera regalare un cammello significa donare un animale nobile e di pregio, come da noi un cavallo.

«Di certo», precisa, «se questi tre animali fossero trasferiti nel nostro Paese dovrebbero avere tutta la documentazione sanitaria, di provenienza e poi anche l'autorizzazione dell'erede che li riceve. Qui», spiega ancora, «si troverebbero a vivere con specie «come i cammelli della Mongolia, in pericolo di estinzione, visto che in natura ve ne sono solo 300», prosegue.

Omaggio

Il dono del colonnello libico all’imprenditore e politico italiano ha coronato un lungo rapporto documentato dalle cronache dei primi anni Duemila. Berlusconi è stato ospite di Gheddafi, sperimentando l’accoglienza locale tra gite nel deserto e notti trascorse nelle tende berbere. Alla tenda Gheddafi non volle rinunciare neppure in occasione della sua prima visita a Roma, nel 2009, un anno dopo la sigla dell’accordo di riparazione per gli oltre 30 anni di colonialismo italiano, che fu allestita a Villa Doria Pamphili. 

Valeria Zanetti

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