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AMBIENTE

Il Garda invaso dagli «alieni»: stavolta tocca alla cozza del Dnepr

Dalle piante ai molluschi, nel Benaco ora si contano 43 specie ufficialmente censite che arrivano da lontano, anche dagli altri continenti
La Dreissena Bugensis  è arrivata nel Garda dal fiume DnieprSimile a una cozza è la 43esima specie aliena censita nel Garda
La Dreissena Bugensis è arrivata nel Garda dal fiume DnieprSimile a una cozza è la 43esima specie aliena censita nel Garda
La Dreissena Bugensis  è arrivata nel Garda dal fiume DnieprSimile a una cozza è la 43esima specie aliena censita nel Garda
La Dreissena Bugensis è arrivata nel Garda dal fiume DnieprSimile a una cozza è la 43esima specie aliena censita nel Garda

E con la «cozza del Dnepr» fanno 43. Fino a poco tempo fa nel Garda si contavano 42 specie «aliene» ufficialmente censite, dalle piante ai pesci ai molluschi arrivati nel lago anche da altri continenti, capaci di sottrarre risorse alle specie autoctone e alterare gli equilibri dell'ecosistema. Per la precisione 23 pesci, 15 invertebrati, tre macrofite e una macroalga. Ma adesso sono 43: da inizio anno all’elenco di specie non autoctone censito dalla prestigiosa Fondazione Edmund Mach si è aggiunto un nuovo elemento. «Si chiama Dreissena bugensis ed è un mollusco, comunemente detto “quagga mussel”, originario del fiume Dnepr, che nasce dalle colline Valdai in Russia e sfocia, dopo aver percorso l'Ucraina, nel Mar Nero», afferma il vice presidente della Comunità del Garda Filippo Gavazzoni, prendendo spunto proprio dalla recente pubblicazione scientifica.

L'invasiva Dreissena bugensis: primato in Italia

«È stato scoperto nei mesi scorsi a Castelletto di Brenzone e a Bardolino: il vettore di introduzione potrebbe ricondursi al trasporto di imbarcazioni estere da diporto con scafi o motori contaminati». Era già successo a fine anni '60, con la catalogazione della Dreissena polymorpha (prima segnalazione in Italia) arrivata insieme ai natanti dai laghi tedeschi ed ora, nuovamente come primato in Italia, è stata catalogata anche la Dreissena bugensis. Una sorta di cozza d’acqua dolce: «È una specie molto invasiva, in grado di soppiantare anche le specie aliene precedentemente presenti, colonizzando velocemente l’intero ambiente: sul Garda potrebbero bastare 4 anni». Per provare a porre un freno al fenomeno, proprio Filippo Gavazzoni sulla scorta del «Contratto di Lago» siglato alla Comunità del Garda nel 2019, che prevede una norma sulla sanificazione delle carene e motori, ha recentemente proposto a Lombardia, Veneto e Provincia autonoma di Trento di creare una legge interregionale al riguardo per sanificare le imbarcazioni in arrivo.

Dalle «vongole» cinesi al gamberetto killer

«Regione Veneto ha “aperto la porta”, recependo la proposta – afferma Gavazzoni - ma ora spetta a Lombardia e Trentino chiudere il cerchio, tradurre il tutto in legge interregionale. È necessario fare in fretta per frenare l’arrivo di nuove specie». Quelle più invasive? Fra gli invertebrati c’è il gambero americano Orconectes limosus. Molto presenti anche le due specie di «vongole» cinesi Corbicula fluminea e Corbicula fluminalis. Vi è poi il gamberetto killer, Dikerogammarus villosus, temibile predatore per le uova dei pesci. Ma l'avvistamento più straordinario è la medusa d'acqua dolce della specie Craspedacusta Sowerbii, osservata però una sola volta nel 2008. «Spero davvero che questa possa essere l’ultima specie aliena introdotta nel lago di Garda da dover annoverare e con cui fare i conti in futuro - chiosa Gavazzoni - e che la egge interregionale sulla sanificazione di carene e motori diventi operativa». 

Luciano Scarpetta

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