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Amici di Noè

Canile in crisi. Adozioni ferme, le rinunce di proprietà anche per motivi economici

La preoccupazione dell'Enpa per lo stop alle adozioni che sta mettendo in crisi le strutture di accoglienza per animali

Adozioni in stallo e non è un gioco di parole. Da settimane, ormai, da dietro le sbarre del canile comunale non esce più nessuno. Di contro, crescono esponenzialmente le "rinunce di proprietà", ovvero le richieste di presa in carico di cani (e gatti) da parte di famiglie che non riescono - o non vogliono - più mantenerli. E che preferirebbero spedirli direttamente in gabbia, magari in uno dei rifugi gestiti da Enpa, piuttosto che continuare ad accudirli. «Ma Enpa stessa si trova in grandissima difficoltà, riceviamo un numero spropositato di richieste di aiuto a cui è impossibile fare fronte», è l'allarme lanciato dalla presidente dell'Enpa di Vicenza Anna Zanella.

Tra abbandoni e rinunce di proprietà il canile è in crisi

All'inizio della stagione estiva, con l'allerta abbandoni già ai massimi livelli, la situazione in città e in provincia è dunque preoccupante non tanto sul fronte del randagismo, «che da noi e al nord in generale si è fortemente ridotto» quanto su questa inedita e preoccupante forma di "disconoscimento" del proprio animale da compagnia che, legalmente, è contemplata. O meglio: «Se si trova qualcuno disposto a prendersi in carico il cane o l'animale domestico allora è legale, altrimenti diventa abbandono, perseguito per legge», puntualizza la presidente Enpa. L'Ente nazionale protezione animali gestisce da tempo i canili di Gogna e quelli di Arzignano e Thiene.

Le rinunce anche per motivi economici 

Ma per quale motivo i vicentini scelgono di liberarsi degli amici a quattro zampe? «Ci sono diverse ragioni: c'è chi davvero non ce la fa economicamente, spesso sono persone anziane e allora in quel caso facciamo di tutto per dar loro una mano concretamente», assicura Zanella. Ma non solo. Poi ci sono famiglie straniere che fanno rientro in patria e non vogliono portare con sé inquilini extra. E poi c'è chi, sull'onda emotiva della pandemia, aveva adottato un cucciolo a scopo di compagnia e, dopo la "fase quarantena", non sente più il bisogno di un ospite non pagante in casa. «In tanti però, troppi, se ne approfittano - è convinta Zanella - per cui è bene ricordare che adottare un cane o un gatto significa impegnarsi per tutta la sua vita, non solo ricevere affetto e compagnia».

Da mesi le adozioni sono praticamente nulle

Il rischio, altrimenti, è di non riuscire più a sostenere la convivenza, andando a riempire i box dei canili. Prigioni dove finiscono cagnolini ed esemplari anziani, costretti a scontare una pena detentiva pur non avendo alcuna colpa.«In media ci sono tra i cento e i centoventi cani nella struttura di via Mantovani, cui corrispondono un centinaio di adozioni annue, peccato che da settimane, se non mesi, si sia invece fermato tutto», ribadisce con preoccupazione la presidente Enpa. E così Argo, Birbo, Attila, Caio, Camilla, Gedeone, Dafne e decine di altri trovatelli restano lì, tra pareti di cemento e cancelli che per molti non si apriranno più.

«Facciamo un appello ai vicentini a chiamarci e a venire a visitare il canile» conclude Anna Zanella. Che rivolge anche un secondo invito ai proprietari di cani, in queste giornate calde: «Attenzione ai colpi di calore negli animali, teniamoli al fresco e correttamente idratati e, soprattutto, non portiamoli in bicicletta con noi, è proibito oltre che molto pericoloso».

Giulia Armeni

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