<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Il caso

Cane maltrattato, il padrone ricoverato in ospedale si pente e lo fa salvare

L'animale era abbandonato a se stesso in un recinto. È stato recuperato dalla Lav che lo sta curando
La cagnolina era costretta a vivere abbandonata a se stessa in un recinto
La cagnolina era costretta a vivere abbandonata a se stessa in un recinto
La cagnolina era costretta a vivere abbandonata a se stessa in un recinto
La cagnolina era costretta a vivere abbandonata a se stessa in un recinto

Da mangiare, un sacchetto di pane secco che spartiva con i topi. Da bere, un secchio di liquido putrido, difficile da definire acqua. La casa, un campo-discarica disseminato di attrezzi e materiali edili. La cuccia, un buco nella terra che si era scavata da sola, sotto una tettoia di lamiera. Solitudine totale, incuria, malattia. Questi, in poche parole, i dieci anni di vita dell’ultimo cane recuperato dai volontari della Lav Verona, in un luogo non distante dalla città: una femmina di Pastore tedesco, che finora non aveva ricevuto nemmeno il garbo di un nome, ed è stata perciò chiamata Marta dalle soccorritrici.

La sua prigionia sarebbe presto finita con la morte, se una persona vicina ai proprietari, venuta a conoscenza della difficile situazione (anche umana), non avesse allertato la Lav e il relativo Sportello anti-maltrattamenti. La «rivelazione», infatti, è stata fatta dal padrone sul letto d’ospedale dove, negli ultimi tempi, è stato ricoverato. Il recupero della cagnolina è avvenuto una quindicina di giorni fa e ora lei è accudita, come altri sotto la tutela dell’associazione, nel centro polifunzionale «Il sogno di Silvia e Nabirra», a Volta Mantovana, dove è sottoposta a una cura d’urto per la riabilitazione. La bestiola, infatti, è fortemente denutrita e anemica, ma soprattutto è affetta da filaria (una malattia parassitaria letale, se non curata in tempo) e presenta estesi tumori della pelle su muso e collo. All’arrivo dal veterinario, era ricoperta di pulci.

Racconta Lorenza Zanaboni, responsabile della Lav Verona: «Quando l’abbiamo vista chiusa dentro il recinto, in tali condizioni, ci è spezzato il cuore. Nessun essere vivente dovrebbe patire la fame, la sete, la malattia, la reclusione, la solitudine estrema, nell’indifferenza più totale, per tutta la vita. Marta ormai è arrivata quasi alla fine della sua», continua, «e non ha conosciuto mai altro che deprivazioni. Il nostro obiettivo, oltre a farle recuperare il più possibile la salute, è trovarle un ambiente sereno dove possa venire coccolata almeno nei suoi ultimi anni». «Nonostante tutte le sofferenze subite», prosegue la responsabile Lav, «questa cagnolina dimostra una docilità sorprendente. Non si lamenta, non è aggressiva; non ha reagito nemmeno quando abbiamo dovuto legarla per portarla via da quella discarica. Perciò pensiamo possa trovare una bella famiglia, al contrario di molti altri cani da noi recuperati che, a causa dei maltrattamenti subiti, hanno sviluppato comportamenti fobici irrimediabili e dovranno perciò vivere per sempre nei rifugi».

 

Lorenza Costantino

Suggerimenti