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Amici di Noè

Anche i cani vivono il lutto per la morte di un loro simile. Lo studio condotto da etologi di Milano e Padova

I cani soffrono per la scomparsa di un loro simile con cui convivono (Foto Ansa/Pixabay)
I cani soffrono per la scomparsa di un loro simile con cui convivono (Foto Ansa/Pixabay)
I cani soffrono per la scomparsa di un loro simile con cui convivono (Foto Ansa/Pixabay)
I cani soffrono per la scomparsa di un loro simile con cui convivono (Foto Ansa/Pixabay)

Proprio come gli umani, anche i cani vivono il lutto per la scomparsa di un loro simile con cui condividono lo stesso tetto: diventano più paurosi e bisognosi di attenzioni, giocano e mangiano meno ed emettono più latrati. Lo dimostra uno studio condotto in Italia su oltre 400
proprietari di cani, coordinato dall’Università Statale di Milano e condotto con l’Università di Padova. I risultati sono pubblicati sulla rivista Scientific Reports. Il gruppo di studio coordinato da Federica Pirrone, ricercatrice di Etologia Veterinaria dell’Università di Milano, ha intervistato 426 persone a cui era morto un cane mentre in casa ve n’era almeno un altro. L’86% dei proprietari ha osservato cambiamenti negativi nel comportamento del cane sopravvissuto,
ma solo quando i due cani erano uniti da una relazione particolarmente amichevole o addirittura un legame di parentela (genitore-figlio): il 32% ha riferito che i cambiamenti comportamentali sono durati tra due e sei mesi, mentre il 25% ha riferito che sono durati più di sei mesi. Quando è stato chiesto di descriverli, il 67% dei proprietari ha riferito che il cane sopravvissuto era diventato più bisognoso di attenzioni, il 57% lo vedeva meno giocherellone e il 46% meno attivo. Il 35% dei proprietari ha riferito che Fido dormiva di più ed era diventato più spaventato, il 32% che mangiava meno e il 30% che emetteva più lamenti e latrati.

«Gli animali sociali come i cani domestici hanno una forte tendenza a cooperare e sincronizzare i loro comportamenti per mantenere la coesione e poter beneficiare dei vantaggi derivanti dal vivere insieme», spiega Pirrone. «Questo coordinamento può essere interrotto quando muore un membro del gruppo. Dunque, l’interruzione di una routine sociale che, in virtù della forte affiliazione, si era creata tra le coppie di cani del nostro studio, potrebbe spiegare i cambiamenti osservati in quello sopravvissuto dopo l’evento fatale».

Lo studio ha inoltre evidenziato che i cani sopravvissuti sono più impauriti quando i loro proprietari mostrano segni più evidenti di sofferenza, rabbia e trauma psicologico in seguito alla morte dell’altro pet. Ulteriori studi, già in corso presso il gruppo di ricerca, dimostreranno se attraverso queste reazioni i cani stanno davvero rispondendo alla morte di un compagno della propria specie, o se siano solo turbati dalla semplice separazione da quest’ultimo.

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