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Dopo le nevicate, animali selvatici stremati e senza cibo. La Lav lancia un appello a Zaia: «Sospenda la caccia»

Animali selvatici stremati da un mese di neve e ghiaccio (Foto Claudio Ghizzo)
Animali selvatici stremati da un mese di neve e ghiaccio (Foto Claudio Ghizzo)
Animali selvatici stremati da un mese di neve e ghiaccio (Foto Claudio Ghizzo)
Animali selvatici stremati da un mese di neve e ghiaccio (Foto Claudio Ghizzo)

L'eccezionale ondata di maltempo e delle forti nevicate che hanno interessato il Veneto nei primi giorni di gennaio hanno determinato un gravissimo impatto negativo anche sulla vita degli animali selvatici. «Come se non bastassero le avversità ambientali, gli animali sono costretti a subire anche la pressione dei cacciatori che, nonostante lo stato emergenziale ammesso dallo stesso Presidente Zaia, continuano indisturbati ad ammazzarli, grazie anche al fatto che la stessa Regione ha consentito loro gli spostamenti fuori dal comune di residenza in violazione delle restrizioni Covid» scrive in una nota la Lav, a cui aderisce anche la sezione di Vicenza.

Prosegue, infatti, la Lega anti vivisezione in una nota: «Nel corso dei giorni la neve si è compattata e le temperature particolarmente basse l’hanno trasformata in ghiaccio, rendendo impossibile per gli animali la ricerca di cibo, già di per sé molto difficile nella stagione invernale. Come se non bastassero, gli animali sono costretti a subire anche la pressione dei cacciatori». «Chiediamo al presidente Zaia un rapido intervento per mettere in sicurezza gli animali sospendendo immediatamente la caccia nelle province interessate dall’emergenza ambientale - dichiara Massimo Vitturi, responsabile nazionale Lav Animali Selvatici -. È la stessa legge nazionale sulla tutela della fauna selvatica che per particolari condizioni climatiche consente di sospendere la stagione venatoria».

 

Animali selvatici stremati da un mese di neve e ghiaccio (Foto Claudio Ghizzo)
Animali selvatici stremati da un mese di neve e ghiaccio (Foto Claudio Ghizzo)

Nel comunicato si legge, ancora: «È evidente che in situazioni critiche come questa, ciò che deve prevalere è la tutela degli animali stremati da settimane di freddo intenso e dalla mancanza di cibo. La caccia è solo un passatempo sanguinario che aggiunge sofferenza e morte a quella che gli animali stanno già patendo a causa delle gravi condizioni climatiche. Dopo decenni nei quali la Regione Veneto si è prodigata a interpretare le norme sulla caccia con inaccettabile favoritismo per i cacciatori, dopo ripetute circolari che consentono ai cacciatori di uscire dai loro comuni nonostante i divieti imposti dall’emergenza Covid, ora il presidente Luca Zaia ha l’occasione di dimostrare di avere a cuore anche la tutela dell’ambiente e degli animali che lo popolano». «La chiusura anticipata della caccia non comporta nessuna conseguenza per i cacciatori - conclude la Lav - mentre per gli animali rappresenta la differenza fra la vita e la morte». 

 

Animali selvatici stremati da un mese di neve e ghiaccio (Foto Claudio Ghizzo)
Animali selvatici stremati da un mese di neve e ghiaccio (Foto Claudio Ghizzo)

 

Anche Andrea Zanoni, consigliere regionale e membro della Commissione Ambiente a Palazzo Ferro Fini, in merito alla situazione meteo che ha colpito la nostra regione, ha depositato un’interrogazione a Zaia con la quale «chiediamo l’immediata chiusura della caccia in zona Alpi  in applicazione ad una precisa disposizione di legge che stabilisce che il Presidente della Giunta regionale può vietare la caccia a causa di questa situazione meteo al fine di tutelare gli animali selvatici, patrimonio di tutti i cittadini». «Sono centinaia i video, le fotografie gli articoli di cronaca di questi giorni - dichiara Zanoni - che testimoniano la presenza di animali selvatici, in particolare cervi, stremati dal perdurare di questa situazione, a causa delle rigide temperature e dalla copertura del terreno da un manto di neve, ormai indurito e ghiacciato che durerà per settimane, che impedisce loro di cibarsi dell’erba secca. Spesso si tratta di animali costretti a scendere nelle strade, uniche zone con la neve battuta e calpestabile, altri ammassati in piccole aree con neve battuta, altri imprigionati lungo strade dove ai lati ci sono “muri” di neve di due metri e più».

 

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