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Amici di Noé

Branco di orche avvistato davanti al porto di Genova

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Un esemplare di orca (Foto Ansa)
Un esemplare di orca (Foto Ansa)
Branco di orche nel mare di Genova

Un branco di quattro orche è stato avvistato domenica davanti al porto di Genova, all'imbocco del terminal container di Voltri. Lo rende noto sul suo profilo Facebook l'Istituto Tethys, che da anni fa ricerche sui mammiferi marini nel Santuario dei cetacei Pelagos, fra Costa Azzurra, Liguria, Toscana e Corsica.

 

IL VIDEO DELLE ORCHE

 

Tethys ha postato un video, girato dalla Guardia costiera di Genova, nel quale si vedono chiaramente le orche, riconoscibili per la caratteristica livrea nera e bianca, a poca distanza dalla costa dei quartieri di Prà e Voltri. Si tratta di una femmina col suo cucciolo, un grosso maschio e un adulto di sesso da accertare. «Potrebbero venire dalla colonia che vive intorno allo Stretto di Gibilterra, fra Atlantico e Mediterraneo - spiega la ricercatrice Sabina Airoldi, responsabile ricerche dell'Istituto -. Probabilmente sono arrivati in Liguria cacciando i tonni. Un branco di quattro esemplari è stato avvistato 20 giorni fa a Cartagena, in Spagna. Potrebbero essere gli stessi, sono animali che fanno lunghi spostamenti. In quel caso, in tre settimane avrebbero fatto 1.120 chilometri».

 

L'avvistamento di orche è molto raro nel Mediterraneo, perché questi animali non vivono nel nostro mare, salvo la colonia di Gibilterra. «Nei mari italiani sono state avvistate dieci volte in 200 anni - spiega Airoldi - l'ultima volta è stato in Liguria nel 1985, a Sanremo e a Finale Ligure».

 

Secondo la ricercatrice, le orche non sono pericolose per l'uomo. Quelle di Gibilterra mangiano solo pesci. Sono animali che possono arrivare ai 9 metri di lunghezza e alle 9 tonnellate di peso. «Non sono mai stati documentati attacchi all'uomo in natura - dice ancora Airoldi -. L'unica persona uccisa da un'orca di cui si abbia notizia è stata una addestratrice in un delfinario, ma l'animale le era caduto addosso». 

 

Il branco di Voltri viene monitorato da motovedette della Guardia costiera e da esperti del'Acquario di Genova, per evitare che i cetacei vengano disturbati. «Magari rimanessero qui - è il commento finale di Sabina Airoldi -. Sarebbe bellissimo avere questi animali nel nostro mare».

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