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SALUTE E SICUREZZA

Visita con il medico del lavoro: quando farla e a cosa serve

By Athesis Studio

La normativa italiana in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro prevede che i datori di lavoro ne nominino uno, lo consultino in occasione della stesura del cosiddetto Documento di Valutazione dei Rischi (o DVR) e tengano in stretta considerazione le sue raccomandazioni in materia di dispositivi di protezione individuale da fornire a ogni singolo dipendente sulla base delle sue stesse mansioni. Su siti come https://dottorschiavo.it/ o sulle pagine Web degli studi medici associati che si occupano di medicina del lavoro è possibile, comunque, farsi un’idea più precisa e dettagliata di chi è e cosa da il medico del lavoro. Quello che proveremo a fare di seguito è capire quando serve una visita con il medico del lavoro e perché.

Tutto quello che c’è da sapere sulla visita con il medico del lavoro: quando, perché

La prima cosa a cui può venire spontaneo pensare è l’assunzione di un nuovo dipendente. In questo caso la visita con il medico di base è detta preventiva e serve a valutare l’idoneità (totale, parziale, eccetera) del candidato a svolgere le mansioni richieste. Particolarmente importante è accertare che lo stato di salute del lavoratore sia compatibile col lavoro da svolgere nel caso in cui l’ultimo implichi l’esposizione ad agenti chimici o cancerogeni, ad agenti biologici potenzialmente pericolosi come virus o batteri, a radiazioni, vibrazioni o rumore eccessivo ma, anche, a movimenti e posture poco ergonomiche o a carichi consistenti. Anche nel caso in cui il lavoratore debba svolgere turni notturni o compiti che implicano la permanenza per molte ore davanti a un videoterminale o alla guida viene di norma fissata una visita preventiva col medico del lavoro: al bisogno questo può somministrare esami di screening tossicologico o valutare la capacità di concentrazione e le condizioni psicologico-cognitive del lavoratore in modo che sia più semplice accertarne l’idoneità.

A seconda della valutazione del rischio effettuata insieme a datore di lavoro e responsabili della sicurezza aziendale, comunque, viene fissata la frequenza delle visite col medico del lavoro e dei follow-up che ogni lavoratore deve effettuare. La stessa può essere unica per tutta la popolazione aziendale nel caso in cui, nello stilare il già citato DVR, si accerti che tutti i dipendenti sono esposti allo stesso tipo di rischio per la propria integrità psico-fisica o, al contrario, essere differenziata sulla base delle differenti mansioni e del tipo di pericolo a cui espongono chi le svolge. Naturalmente anche alcune condizioni (età, patologie croniche, eccetera) che non sono tali da escludere in toto l’idoneità del singolo lavoratore a svolgere determinate mansioni ma lo rendono più vulnerabile dei propri pari possono far aumentare la frequenza delle visite col medico del lavoro.

Il cambio di mansione, soprattutto se verso una che implichi un livello di rischio maggiore, è ancora tra le occasioni in cui i piani di sicurezza sul lavoro prevedono che il dipendente si sottoponga a visita con il medico del lavoro. A particolari condizioni (rischio chimico, eccetera) è possibile, però, che il dipendente venga visitato dal medico del lavoro anche a fine servizio, prima di pensionamento o licenziamento.

Naturalmente si può chiedere di fare una visita col medico del lavoro, infine, quando si nota un peggioramento delle proprie condizioni psico-fisiche e si abbia il ragionevole dubbio che ciò dipenda dai rischi a cui si è esposti quotidianamente nello svolgimento dei propri compiti aziendali.