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ECOLOGIA

Utilizzare borse shopper personalizzate e riutilizzabili rappresenta una scelta ecofriendly

By Athesis Studio

Sembra quasi impossibile ma dagli anni ’70 ad oggi siamo riusciti a spargere così tanta plastica usa e getta da causare un irreversibile inquinamento ambientale. In particolare, le borse della spesa in plastica sono oggi un prodotto globale onnipresente, realizzato al ritmo di un trilione di pezzi all'anno. Il fatto è che non siamo riusciti a tenerle al loro posto: si stanno manifestando nelle profondità più oscure degli oceani fino alla vetta del Monte Everest creando importanti sfide ambientali.

 

Come siamo arrivati a tanto?

 

1933 – Il polietilene, la plastica più comunemente usata, viene creato per caso in un impianto chimico a Northwich, in Inghilterra. Mentre il polietilene era stato creato in precedenza in piccoli lotti, questa è stata la prima sintesi del materiale che era industrialmente pratico, ed è stato inizialmente utilizzato in segreto dai militari britannici durante la seconda guerra mondiale.

 

1965 – La borsa della spesa in polietilene monopezzo viene brevettata dall'azienda svedese Celloplast. Progettato dall'ingegnere Sten Gustaf Thulin, le borse shopper in plastica iniziano rapidamente a sostituire quelle in tessuto in tutta Europa.

 

1979 – Già controllando l'80% del mercato delle borse in Europa, le buste di plastica fanno capolino nei mercati extra europei, soprattutto negli Stati Uniti. Le aziende di plastica iniziano a pubblicizzare e commercializzare in modo aggressivo il loro prodotto come superiore alla carta.

 

1982 – Safeway e Kroger, due delle più grandi catene di supermercati degli Stati Uniti, passano alle borse shopper personalizzate in plastica. Altri negozi seguono l'esempio e entro la fine del decennio i sacchetti di plastica avranno quasi sostituito la carta in tutto il mondo.

 

1997 – Il marinaio e ricercatore Charles Moore scopre il Great Pacific Garbage Patch, il più grande dei numerosi vortici negli oceani del mondo dove si sono accumulate immense quantità di rifiuti di plastica, minacciando la vita marina. I sacchetti di plastica sono noti per uccidere le tartarughe marine, che pensano erroneamente siano meduse e le ingeriscono.

 

2011 – Si rileva che nel mondo vengono consumati un milione di sacchetti di plastica ogni minuto.

 

2017 – Il Kenya vieta i sacchetti di plastica, diventando uno dei più attivi tra oltre due dozzine di Paesi che stanno cercando di ridurre l'uso dei sacchetti di plastica attraverso tasse o divieti.

 

Dal 2018 – Le aziende e i governi di tutto il mondo annunciano sempre più impegni per contrastare i rifiuti di plastica.

(Fonte unep.org)

 

Ecco perché con urgenza ognuno di noi deve fare qualcosa, nel suo piccolo, per limitare al massimo l’utilizzo di sacchetti usa e getta. Scegliere borse shopper in tessuto, riutilizzabili, è già un buon inizio. Si possono trovare anche in cotone riciclato o RPET, ovvero poliestere proveniente dal riciclo delle bottiglie di plastica.

Anche le aziende private, piccole e grandi, si stanno sensibilizzando alla questione e scelgono spesso borse shopper personalizzate da omaggiare ai dipendenti o da distribuire come regalo durante eventi e promozioni.

Alcune aziende optano per produzioni ad hoc scegliendo realtà come Gadget Lab per avere nuove idee di forme e materiali, meglio se sostenibili, oppure acquistano direttamente online in siti specializzati come HiGift e in pochi click riescono ad ordinare le proprie borse shopper personalizzate con una consegna rapida.

 

Niente più scuse dunque: l’utilizzo di borse shopper in tessuto, riutilizzabili, è un dovere verso l’ambiente e verso il proprio futuro. Possono essere davvero cool e collezionabili, si possono utilizzare tantissime volte per andare a fare la spesa, per la spiaggia, come borse passpartout.

Non c’è che l’imbarazzo della scelta!