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Preventivo Biennale

Conviene davvero il Concordato Preventivo Biennale?

By Athesis Studio

L'ambito fiscale e tributario è noto per la sua complessità e per le continue variazioni che pongono le aziende di fronte a sfide sempre in divenire. Una di queste è rappresentata dal Concordato Preventivo Biennale, una strategia progettata per prevedere anticipatamente il carico fiscale di una società per un biennio.

Questo concetto rivoluzionario è stato introdotto con l'obiettivo di ridurre significativamente l'evasione fiscale, un problema endemico nel panorama economico italiano. Tale articolo mira a illustrare in modo chiaro e conciso cosa sia effettivamente il Concordato Preventivo Biennale e a fornire un'analisi obiettiva e ponderata dei potenziali vantaggi e svantaggi del suo utilizzo.

L'obiettivo finale è quello di permettere alle aziende di prendere decisioni informate, basate su una buona comprensione degli aspetti pratici, legali e finanziari del Concordato Preventivo Biennale.

Il funzionamento del Concordato Preventivo Biennale: un approccio innovativo

Il Concordato Preventivo Biennale rappresenta un meccanismo fiscale che prevede l'accordo anticipato sulle imposte da versare. L'Agenzia delle Entrate gioca un ruolo fondamentale in questo processo: sulla base dei dati posseduti e dei modelli ISA (Indici Sintetici di Affidabilità), è essa a stimare il reddito imponibile dell'impresa e a proporre un accordo.

Per esemplificare, se l'Agenzia delle Entrate stima il reddito imponibile di una società a 80.000€, questo importo rappresenterà la base imponibile per il versamento delle imposte, anche se la società dovesse generare un reddito maggiore nei due anni successivi allo stipulazione del concordato. Se, tuttavia, la società genera un reddito inferiore, lascerà invariata l'imposizione fiscale.

Questo aspetto rivela apparentemente un vantaggio nell'adozione del concordato, ma la realtà può riservare aspetti meno favorevoli.

Pro e contro del Concordato Preventivo Biennale: oltre la prima impressione

Come ogni strumento legislativo, il Concordato Preventivo Biennale presenta vantaggi e svantaggi. Tra i principali benefici, si annovera la prevedibilità della tassazione per un periodo di due anni: se un'impresa genera entrate superiori a quanto dichiarato, non sarà soggetta a tassazione sulle somme eccedenti. Eppure questo approccio presenta uno svantaggio evidente: nel caso di un reddito effettivo inferiore a quello dichiarato, non si otterrà alcuna riduzione fiscale.

Ulteriore vantaggio è l'esenzione da accertamenti fiscali per due anni, unitamente a semplificazioni burocratiche e limiti più generosi per compensazioni e rimborsi. Nonostante ciò, lo spauracchio dell'accertamento dovrebbe costituire un deterrente minimo per gli operatori onesti.

Infine, in caso di commissione di errori, come dichiarazioni di attività non esistenti, è tollerato un margine di errore fino al 30% rispetto a quanto dichiarato all'Agenzia delle Entrate. La linea di confine, tuttavia, è sottile e, oltrepassarla, comporta la decadenza dall'accordo del Concordato Preventivo Biennale, rendendo innegabili i rischi associati a tale sistema. 

Per valutare tutte le possibilità è fondamentale avvalersi di un supporto professionale, che possa offrire una consulenza fiscale e tributaria, come quella proposta da Soluzione Tasse, e capire quali possono essere i vantaggi e gli svantaggi in base al contesto.

Chi può aderire e chi non può aderire

Il Concordato Preventivo Biennale è destinato principalmente a imprese di dimensioni ridotte, tra cui lavoratori autonomi, società di persone (come le SAS o le SNC) e società di capitali (quali le SRL o le SPA). Il requisito iniziale prevedeva che l'adesione fosse riservata alle imprese con una classificazione ISA superiore a 8, indice di affidabilità nel pagamento delle tasse. L'ultima versione del Concordato ha abbandonato tale requisito, rendendo accessibile l'iniziativa a tutte le imprese, indipendentemente dal "voto in pagella". L'adesione deve essere avviata entro il 15 ottobre 2024.

Sono previste però esclusioni specifiche. I contribuenti che non potranno accedere a tale meccanismo includono quelli con debiti previdenziali o tributari superiori a 5.000€, coloro che non hanno presentato la dichiarazione dei redditi negli ultimi tre anni e coloro che sono stati condannati per reati come il riciclaggio, l'autoriciclaggio o le false comunicazioni sociali negli ultimi tre anni di applicazione del concordato.