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La polemica

Zaia e le accuse di molestie all'adunata: «Se qualcuno ha sbagliato paghi, ma gli alpini non sono dei poco di buono»

Un frame dell'intervista a Zaia sulle presunte molestie degli Alpini a Rimini
Un frame dell'intervista a Zaia sulle presunte molestie degli Alpini a Rimini
Zaia sulle presunte molestie degli alpini a Rimini

«Se qualcuno ha sbagliato va punito senza se e senza ma, ma stento a credere che gli alpini siano diventati improvvisamente dei poco di buono». Così il presidente del Veneto Luca Zaia in merito alla denunce di molestie di cui sarebbero state protagoniste decine (se non centinaia, stando alle dichiarazioni dell'associazione «Non una di meno») di alpini durante l'adunata di Rimini e San Marino svoltasi nello scorso fine settimana. «Io alle adunate andrò ancora. Le condanne è giusto farle, ma salvaguardiamo la "foresta che cresce" di persone per bene, non si può fare di tutta un'erba un fascio».

 

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Le reazioni. «Le polemiche, quando sembrano strumentali e forzate, hanno il solo scopo di infamare e non servono ad un corpo che ha dato all’Italia, nel solo anno scorso, poco meno di 117 milioni di euro e 4 milioni di ore di lavoro gratuito. Volontari veri, che si mettono in gioco con 5,6 milioni di euro raccolti, perché sono persone generose e perché la gente si fida di loro! Ci chiediamo come si possano gettare ombre sugli alpini, gli stessi che in pandemia hanno garantito il supporto al sistema sanitario e sociale e da qualcuno celebrati e per il quale va tutta la nostra sincera gratitudine». È la nota che porta la firma dei sindaci di Bassano del Grappa, Elena Pavan, e di Rossano Veneto, Morena Martini. Insieme alle esponenti delle istituzioni venete presenti a Rimini: Martina Bertelle vice presidente Provincia di Treviso; Mara Bizzotto, eurodeputato; Elena Donazzan, assessore regionale del Veneto; Silvia Rizzotto consigliere regionale del Veneto. «Si faccia luce sulle accuse, ma se non risulterà nulla di ciò che si sta dicendo, chi pontifica oggi dovrà chiedere scusa domani. Dopo la strumentale polemica cavalcata certo per pura visibilità, siamo concordi con il Presidente Nazionale Favero quando dice che, se ci sono denunce e fatti concreti, saranno gli stessi alpini a chiedere giustizia. Noi c’eravamo, tutte. Abbiamo vissuto a Rimini, chi una giornata sola, chi tutti i giorni in mezzo alle piazze, tra la gente, cantando canzoni alpine e vivendo la giovialità tipica di questa festa di popolo. La gente perbene sa chi sono gli alpini. Qualunque città, che ha avuto la fortuna di ospitare una Adunata, è rimasta innamorata di loro e del loro modo di essere».

 

Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto interviene duramente nelle polemiche innescate all’indomani dell’adunata alpina a Rimini. «Accuse agli Alpini? Se c’è chi ha sbagliato paghi di persona, ma non si faccia di tutto un’erba un fascio. La responsabilità penale è personale e la presunzione d’innocenza deve essere sempre garantita: sono principi sanciti dalla Costituzione che, applicati alle dichiarazioni relativi a molestie avvenute nel corso dell’Adunata nazionale degli Alpini, dicono due cose: primo, il responsabile di eventuali reati, dopo giusto processo se colpevole deve scontare la pena prevista; secondo, i reati vanno provati e quindi esaminati nelle giuste sedi. Parlare senza verifiche effettive, sentenziare condanne preventive e, peggio, far di tutta un’erba un fascio criminalizzando le Penne nere, sono fesserie inaccettabili». «Io domenica scorsa ero a Rimini, ho sfilato e non ho avuto alcun sentore delle situazioni denunciate, e, del resto,  in anni e anni di adunate mai s’erano levate lamentele di questo tono e sostanza - ha detto Ciambetti - né si era mai confuso goliardia ed esuberanza con ben altri atti che, se adeguatamente vagliati e confermati, meriterebbero una severa condanna. Le molestie sessuali, per non parlare di eventuali violenze, sono particolarmente odiose ed è giusto intervenire, ponendosi senza remore al fianco delle vittime. Ma non si getti fango sulla comunità Alpina che da decenni, ogni anno, celebra la propria festa in una travolgente allegria radunando centinaia di migliaia di persone senza mai creare problemi, senza violenza alcuna, senza lasciare traccia o segni del proprio passaggio nelle città che, non a caso, fanno a gara per organizzare l’evento. Un evento che celebra la solidarietà, l’amicizia, l’impegno di pace che le Penne nere testimoniano con i fatti».

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