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Battuto Sboarina

Verona svolta a (centro)sinistra. Damiano Tommasi nuovo sindaco

Damiano Tommasi festeggia la vittoria
Damiano Tommasi festeggia la vittoria
Damiano Tommasi festeggia la vittoria
Damiano Tommasi festeggia la vittoria

«Damiano Tommasi potrebbe essere il nuovo sindaco di Verona». Sono le 23.35 quando dal quartier generale del candidato del centrosinistra arriva un’affermazione che è, sì, condita dal condizionale ma allo stesso tempo sa tanto di successo. Sono trascorsi solo 35 minuti dalla chiusura delle urne, ma la strada è segnata. Alle 23.44 - quando sono state scrutinate metà delle sezioni - sempre dalla sede si alza un boato: «Siamo al 54 per cento». E via di applausi e urla. Passano alcuni minuti e anche il più scaramantico degli scaramantici si lascia andare: sì, Damiano Tommasi ha segnato la rete più importante della sua vita. Dopo vent’anni ha portato il centrosinistra a conquistare nuovamente la città di Verona. Damiano Tommasi è il nuovo sindaco del capoluogo scaligero. Grazie al 53,3 per cento dei voti messi in saccoccia ha sconfitto lo sfidante, e primo cittadino uscente, Federico Sboarina. Un successo che è figlio «di una campagna elettorale partecipata», come dicono i suoi, o, come sostengono gli avversari, di una strategia «inconcepibile» da parte del centrodestra, arrivato già alla resa dei conti prima ancora di mezzanotte. 

Si canta “Bella Ciao” a Verona. Nella sede del candidato del centrosinistra sventola una bandiera della pace e si lancia il coro “sindaco”, “sindaco”. E lui, Damiano Tommasi, il nuovo sindaco, dopo aver abbracciato tutti i sostenitori, quasi non sembra rendersene conto: «È devastante l’entusiasmo che abbiamo mosso. Qualcosa è successo e sono contento di esserci anche io. Questa vittoria è una tappa della mia vita ma per Verona significa molto. Verona è anche questa e ha dimostrato che si può fare politica senza insultare e senza denigrare l’avversario, parlando di politica e di giovani. Sono contento di aver radunato con questo progetto tanta bella gente. Sapevamo e sappiamo cosa abbiamo fatto a Verona. Se c’è questo entusiasmo è perché non era semplice, ma ci siamo messi in gioco per ottenere questo risultato che Verona aspettava da tanto tempo. Sono ed ero comunque contento perché siamo riusciti a parlare di politica senza insultare e denigrare l’avversario, usando le parole che tante persone si aspettano di sentire da tanti amministratori. Tutto ciò ci deve rendere orgogliosi. Sboarina? Ci siamo sentiti e mi ha fatto in bocca al lupo; gli ho detto che ci vedremo presto».

E proprio Federico Sboarina non si tira indietro: «Abbiamo perso. Questo è il dato. Ho detto a Tommasi che lasciamo una città molto in salute. Del lavoro che è stato fatto in questi anni così complicati sono soddisfatto; anche se evidentemente abbiamo commesso errori. Io mi farò l’esame di coscienza. Rifarei la scelta di non accettare l’apparentamento con Tosi. Non sarebbe stata compresa dai cittadini». Proprio nel centrodestra, in realtà, è già iniziata la resa dei conti. Paolo Paternoster, deputato della Lega, prende le distanze da Sboarina durante la diretta di TeleArena prima ancora dell’esito finale: «Il sindaco uscente ha straperso. Non si capisce perché governiamo con Partito democratico e M5S a Roma e Sboarina non possa governare con Tosi e Forza Italia a Verona». Claudio Melotti, coordinatore provinciale di Forza Italia a Verona, rincara: «C’è stato un mancato apparentamento per ragioni di poltrone. La responsabilità è di Sboarina». Dall’altra parte si continua a festeggiare. E nel quartiere generale di Tommasi c’è anche la vicentina Alessandra Moretti, europarlamentare del Pd. «È stata una campagna elettorale straordinariamente partecipata soprattutto da donne e giovani. Una società civile si è riunita attorno a Tommasi ed è stata capace di coinvolgere la città. Verona dopo tanti anni di destra pesante ha voglia di un cambiamento». 

Nicola Negrin

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