<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
L'accordo

Vaccinazioni in azienda, il protocollo Regione Veneto-imprese

La Regione del Veneto ha varato il protocollo da sottoporre alle imprese venete per il piano vaccinale condiviso basato sulla sicurezza per i lavoratori. Il documento prevede che l’iniziativa venga attuata progressivamente, in funzione della disponibilità di vaccini.

Tra i vari punti la disponibilità del datore di lavoro e quella del medico competente con l’adesione volontaria del lavoratore alla campagna di vaccinazione. Il tutto secondo la disponibilità di vaccini forniti dal Servizio Sanitario Regionale, tramite le Ulss, e fatta salva la sussistenza delle condizioni di sicurezza per la somministrazione.

L’attività di vaccinazione dei lavoratori potrà essere effettuata, secondo il protocollo, con la collaborazione dei rispettivi medici competenti.

Tra le disposizioni anche le indicazioni tecniche relative alla preparazione e somministrazione del vaccino; il rispetto delle tempistiche del calendario vaccinale; la tempestiva somministrazione delle dosi consegnate, senza alcun accantonamento, e la rendicontazione dell’attività svolta, legata comunque alle priorità dettate dagli indirizzi nazionali ed internazionali della gestione della vaccinazione. 

 

PROTOCOLLO VACCINI AZIENDE (IL TESTO IN PDF)

 

CONFINDUSTRIA VENETO. «La delibera approvata oggi, viene  incontro alla proposta fatta da Confindustria Veneto in cui offrivamo la disponibilità del nostro sistema imprenditoriale ad assumere un ruolo attivo nella campagna di vaccinazione, permettendo alle imprese di aderire su base volontaria all’iniziativa di far vaccinare i propri dipendenti, con la collaborazione di personale medico qualificato, all’interno dell’azienda, in spazi appositamente riservati e idonei allo scopo». Lo afferma Enrico Carraro, presidente di Confindustria Veneto, sul protocollo regionale per le vaccinazioni in ambito aziendale.

Secondo Carraro l’attività congiunta «supportare la sanità pubblica nel raggiungimento di un rapido contenimento dei contagi, mette al più presto in sicurezza il territorio, velocizza il ritorno alla normalità delle attività economiche». «Il modello individuato - aggiunge Carrraro - consente la somministrazione del vaccino in ambiente di lavoro, a favore dei dipendenti e dei familiari che volontariamente aderiscono all’offerta. Questa attività rimane comunque una iniziativa di sanità pubblica e quindi prevede che la responsabilità generale e la supervisione dell’intero processo sia propria dell’Azienda Ulss di riferimento».

«Già da oggi si è insediata una cabina di regia per definire le ulteriori determinazioni di natura tecnico-operativa - conclude Carraro - necessarie alla concretizzazione del Protocollo. Sulla base di queste indispensabili indicazioni verrà quindi data informazione alle aziende del nostro sistema sul modo di partecipare all’iniziativa».

Suggerimenti