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Veneto

Uccisa nella sua abitazione: aveva due coltelli conficcati nella schiena. Fermato il figlio

I rilievi sul luogo dell'omicidio a Bovolone (Foto L'Arena/Diennefoto)
I rilievi sul luogo dell'omicidio a Bovolone (Foto L'Arena/Diennefoto)
I rilievi sul luogo dell'omicidio a Bovolone (Foto L'Arena/Diennefoto)
I rilievi sul luogo dell'omicidio a Bovolone (Foto L'Arena/Diennefoto)

Ai carabinieri aveva raccontato di essere rientrato a casa e di aver trovato la madre uccisa, in cucina. Ma dopo lunghe ore di interrogatorio l’alibi non ha retto, e l’uomo, un 52enne disoccupato, è stato fermato e portato in carcere, con l’accusa di omicidio volontario aggravato. Una scena terribile quella presentatasi agli investigatori entrando nella modesta casa di Bovolone, in provincia di Verona. Maria Spadini, 80 anni, era riversa sul
pavimento, tra la cucina e il salotto. A terra larghe pozze di sangue. Sulla schiena la donna aveva ancora piantati due coltelli da cucina. Tracce di altri numerosi fendenti c’erano su altre parti del corpo della vittima, a testimoniare di un’aggressione portata con ferocia.

A riferire di aver trovato la donna già cadavere è stato il figlio, Paolo Bissoli, che da qualche mese era tornato a vivere nell’abitazione della madre, dopo essersi separato dalla moglie. Tra i problemi dell’uomo pare vi fosse anche quello dell’alcol. Nel corso del primo sopralluogo svolto dai carabinieri di Bovolone, di Villafranca e del Nucleo Investigativo di Verona, la casa è apparsa però perfettamente in ordine: nessun segno di effrazione, nessun oggetto fuori posto, nulla di rubato. E i coltelli rinvenuti sul corpo della vittima erano stati prelevati dal cassetto della cucina. Segnali già questi che pareva allontanare ipotesi come quella di una rapina finita male, o di un’aggressione compiuta da uno sconosciuto. Il figlio, nelle prime dichiarazioni, ha sostenuto di essere uscito presto di casa, verso le 6.30, facendovi ritorno intorno alle 8, quando avrebbe scoperto il cadavere. Ma la sua testimonianza, confrontata con le informazioni raccolte dai carabinieri con i vicini di casa, avrebbe mostrato molte incongruenze.

 

L’uomo verso mezzogiorno è stato portato in caserma, dove è arrivata anche la pm Maria Federica Ormanni, per iniziare la ricostruzione dettagliata dei movimenti di Bissoli. Dopo molte ore di interrogatorio è scattato il fermo d’iniziativa del pm, per omicidio volontario aggravato. Non è chiaro se il 52enne abbia fatto delle prime ammissioni.

 

Da quanto è stato ricostruito a livello investigativo tra lui e la madre i rapporti erano tesi, e spesso le discussioni sfociavano in violenti litigi. La donna, in particolare, pare non tollerasse la vita includente del figlio, il fatto che fosse senza lavoro, e per questo spesso le discussioni tra i due sfociavano in violenti litigi. 

Secondo quanto riporta L'Arena.it, pochi sapevano che con lei in casa c’era, domiciliato da un anno a Bovolone, l’unico figlio Paolo. L'uomo viveva con la sua famiglia a Zevio, ma recentemente si era separato dalla moglie, con uno strascico di denunce per minacce e violenze nei confronti della consorte e delle due figlie per le quali era stato raggiunto anche dalla ingiunzione del Tribunale di non avvicinarsi ai congiunti.

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