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Dopo l'annuncio di Zaia

Test di fine malattia. «Le farmacie non sono pronte»

Fuori dalla farmacia in coda per il tampone rapido di prima generazione
Fuori dalla farmacia in coda per il tampone rapido di prima generazione
Fuori dalla farmacia in coda per il tampone rapido di prima generazione
Fuori dalla farmacia in coda per il tampone rapido di prima generazione

Non oggi. È troppo presto. «C’è stato il fine settimana di mezzo. Aspettiamo ancora documenti e istruzioni dalla Regione. Se andrà bene, forse nel pomeriggio potremo iniziare coi tamponi di uscita isolamento. Ma sarà difficile». Andrea Bellon è il presidente di Federfarma Veneto. Ieri ha dovuto annunciare lo slittamento di un giorno del via al nuovo servizio nelle farmacie del Veneto. Di cosa si tratta? 

Le novità Per fare il tampone di fine isolamento o per i contatti scolastici (i cosiddetti T0 e T5) si potrà, gratuitamente, andare anche in farmacia e non più solo nei Covid point delle Ulss o nelle strutture private accreditate. Sia il positivo che lo studente dovranno presentarsi con la prescrizione del medico o col documento del Sisp per eseguire il test nelle 1.200 farmacie venete. Ma non da oggi. Anche se questo era stato l’annuncio dato dal presidente della Regione, Luca Zaia, sabato dall’unità di crisi di Marghera. «Spiace terribilmente trovarsi in questa situazione - ammette Bellon - perché di questa ipotesi ne avevamo da giorni parlato al tavolo con la Regione. E, ancora una volta, ci siamo messi a disposizione del sistema sanitario e di tutti i cittadini. Potenzialmente le farmacie sono pronte, ma di fatto rimaniamo in attesa di istruzioni per poter avviare il servizio. È domenica pomeriggio - precisa Bellon, ieri al telefono col Giornale di Vicenza - e non abbiamo ancora ricevuto la delibera della Regione, non ne conosciamo i dettagli. Il sistema informatico, poi, il gestionale, c’è. Ma per accedere alla causale con cui si registra il tampone, manca l’opzione “fine isolamento”. Immagino che Azienda Zero ci stia lavorando alacremente, ma questa è la situazione al momento».

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I due tipi di tampone Da settimane Zaia aveva chiesto al Ministero l’autorizzazione per far sì che anche in Veneto i positivi, alla fine dell’isolamento, potessero fare il test antigenico rapido di prima generazione, che è poi quello usato nelle farmacie. Lo aveva fatto perché una recente circolare ministeriale stabilisce, in realtà, che solo con tampone di terza generazione, che si usa esclusivamente nei centri hub delle Ulss o nelle strutture convenzionate, è possibile ottenere il certificato di chiusura malattia. «Sia mai che ci scappi un caso che finisca in tribunale», si era detto il presidente. E per questo aveva chiesto una carta scritta al Ministero. In questa situazione di stallo, si diceva, il Veneto ci è rimasto per settimane mentre altre Regioni sono partite senza il nulla osta (Emilia Romagna e Lombardia, per esempio) per un motivo: smaltire il prima possibile le code davanti ai centri tamponi Ulss, presi d’assalto dai tantissimi positivi di questo periodo. Tutto questo era stato messo sul tavolo tra Regione e Federfarma. Quindi, non si tratta di una novità. E dove sta l’inghippo? La domanda è, in realtà, sbagliata. Non dove, ma quando. Sì, perché la tanto attesa circolare, firmata nientemeno che dal direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza, è arrivata via mail venerdì sera. E sabato alle 12.30 Zaia ha annunciato la novità. Solo che gli uffici pubblici sono chiusi il fine settimana. Commenta Bellon: «Il governatore ha fatto bene ad aspettare il via libera. E capisco la voglia di fare un passo avanti per dare subito risposte ai veneti. Purtroppo, esistono passaggi informatici e burocratici che lui direttamente non può seguire». Di qui l’annuncio delle difficoltà previste in giornata. Da oggi, invece, è operativo il nuovo portale regionale per prenotare i tamponi negli hub delle Ulss anche senza ricetta.

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Cristina Giacomuzzo

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