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Il caso

Sudan, scarcerato l'imprenditore veneto Marco Zennaro: è ai domiciliari in albergo

L'imprenditore Marco Zennaro (Foto Ansa)
L'imprenditore Marco Zennaro (Foto Ansa)
L'imprenditore Marco Zennaro (Foto Ansa)
L'imprenditore Marco Zennaro (Foto Ansa)

L’imprenditore veneziano Marco Zennaro, 46 anni, in carcere in Sudan da circa due mesi, è stato rilasciato in attesa degli sviluppi dei vari contenziosi a suo carico, già nei prossimi giorni. La scarcerazione è arrivata nel quadro di un lungo negoziato costantemente seguito dall’ambasciatore a Khartoum e dal Direttore Generale Luigi Vignali, che si era già recato in missione in Sudan nelle scorse settimane su indicazione del Ministro Di Maio. Zennaro dovrà comunque restare in Sudan per affrontare le varie cause che lo vedono coinvolto. Attualmente si trova ai domiciliari.

 

Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro esprima gioia e soddisfazione per la scarcerazione del connazionale Marco Zennaro a Khartoum, mentre si dice in attesa di ulteriori positivi sviluppi per l’imprenditore, la cui vicenda processuale non è conclusa. Brugnaro, rimasto sempre in contatto con le autorità italiane, ringrazia il presidente Mario Draghi, che aveva incontrato la scorsa settimana a Roma, per il lavoro decisivo svolto dalla nostra diplomazia. L’imprenditore veneziano è atteso domani da una nuova udienza civile per uno dei contenzioni a suo carico.

 

Zennaro si trova in detenzione nel Paese africano da inizio aprile per una serie di cause commerciali. Dopo la chiusura di un primo procedimento giudiziario in una causa commerciale con la società Galabi&sons il 24 maggio scorso (terminato con un accordo per un risarcimento di 400 mila euro), l’imprenditore è finito di nuovo sotto la lente della giustizia sudanese per una seconda causa, sempre economica, presentata da un’altra società con cui ha lavorato. Un nuovo procedimento contro cui si è opposto il suo legale presentando un ricorso (non ancora esaminato), che ha portato nuovamente Zennaro nella cella di un commissariato. In condizioni, aveva fatto sapere qualche giorno fa il fratello Alvise, «disumane, con una temperatura a 50 gradi, senza letto e materasso, senza diritti di visita, movimento e aria», aveva raccontato ancora spiegando che Marco «dovrà passare lì altri giorni, ma non sappiamo quanti», in attesa di comparire di nuovo davanti al giudice che ha aperto un’istruttoria sul nuovo caso legale. «Sono all’inferno, in carcere tra centinaia di persone ammassate in una stanza», il messaggio che lo stesso Zennaro era riuscito a veicolare ai familiari (il padre Cristiano e un suo legale sono a Khartoum). 

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