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Coronavirus in Veneto

Misure e Veneto rosso, Zaia: «Servono criteri uniformi per tutte le regioni»

Luca Zaia, 11 gennaio 2021

Situazione Coronavirus, la conferenza stampa di Zaia

SITUAZIONE CORONAVIRUS. «Stiamo cominciando a vedere i primi risultati, calano i ricoveri in area non critica e in terapia intensiva. Ma se abbassiamo la guardia, buttiamo via tutto il lavoro fatto fino adesso». «La zona arancione è previsto duri due o tre settimane: non penso che dal 16 saremo rossi».

«Non ho mai detto che non ci sia un problema in Veneto. Ma mi sarei aspettato che dal mondo scientifico che il dato dei contagi va affrontato in percentuale».  «La pressione sanitaria si sente - ha proseguito - ma abbiamo un’ospedalizzazione importante rispetto alla prima fase, ed è vero che si prendono in capo tutti i pazienti. La sanità si valuta da come risponde. Poi hanno tentato di far partire una polemica sulle bare. È venuta un’ispezione ministeriale e ci hanno detto bravi, anzi hanno contestato un posto in più in terapia intensiva. Poi abbiamo iniziato la polemica a inizio ottobre sul famoso dato dei più positivi d’Italia. No, il Veneto ha trovato più positivi degli altri. Qui non si giustifica nulla ma abbiate la cortesia di diffondere i dati reali. A livello nazionale più di qualcuno li ha strumentalizzati».
 

INCONTRO CON LE REGIONI. «Con i colleghi delle Regioni abbiamo solo chiesto che i dati siano uniformi». Lo ha precisato il presidente del Veneto Luca Zaia, a proposito della riunione Regioni-Governo sul nuovo Dpcm. «Il ministro, e anche noi - ha aggiunto - abbiamo concordato sul fatto che l’incidenza dei positivi è un fatto scientifico, ma funziona se tutte le Regioni fanno tamponi nella stessa percentuale sulla popolazione. Non si può paragonare chi come noi ne fa 60 mila al giorno con chi ne fa 400. È difficile allineare dati così. Forse qualcuno si è spinto avanti con le dichiarazioni, ora farà marcia indietro», ha concluso.

DPCM. «Con il Governo abbiamo discusso, ma siamo ancora nella fase del "riscaldamento a bordo campo" per il nuovo Dpcm».  «Abbiamo parlato - ha aggiunto - sui temi delle classificazioni, da tutti i colleghi si è chiesto che la strategia sia di una voce univoca sulle misure. L’Iss decide la colorazione dell’area, ma non è possibile che un attimo dopo vi sia dibattito su tutto. C’è chi vuole il lockdown, chi la zona gialla, chi le scuole aperte, chi le vuole chiuse, ma ci vuole un punto di sintesi scientifico».

CONTAGI.  «Per la definizione dell’incidenza dei contagi «il numero assoluto non si deve mai prendere, non c’entra niente». «Se andiamo a pesca uno con la canna e l’altro con la rete a strascico, e lui ne prende di più, vuoi dire che il "suo" mare è più pescoso? No. Stiamo facendo lo stesso ragionamento. se poi vediamo la percentuale di positivi sul totale dei tamponi, oggi siamo all’8%, e la media nazionale è del 15».

NEGLI OSPEDALI. Luciano Flor, dirigente Sanità Veneta: «Confermo che c'è un calo dei ricoveri, al momento ci sono 96 posti di terapia intensiva liberi». 

"CASO" CRISANTI.  «Ci sono dati e ci sono opinioni». Così il direttore generale della Sanità in Veneto, Luciano Flor, ha commentato le dichiarazioni del Andrea Crisanti sull’andamento della pandemia in regione. «Nella prima ondata - ha proseguito Flor - il Veneto aveva una capacità di fare tamponi esclusivamente molecolari, inferiore a quella della seconda. Abbiamo aumentato routinariamente la nostra capacità di fare i test molecolari, e quelli rapidi sono stati un di più, in aggiunta. Di molecolari più di così non ne riusciamo a fare. I tamponi rapidi sono nati e sperimentati in Veneto, e sono alla terza generazione. Accanto alle opinioni abbiamo una circolare del Ministero che parla molto chiaro, e dice come utilizzarli, e proprio nelle condizioni in cui si sta parlando. Oggi la metodica è più performante, ma ricordo che l’alternativa era zero, avremmo cioè avuto molte persone che giravano senza sapere se erano positive o negative. E dove fanno solo molecolari - ha concluso - non ci sono meno malati».

VARIANTE INGLESE. Sulla variante inglese del Coronavirus «gli unici dati in Italia li ha L’Istituto Zooprofilattico delle Venezie di Padova. Chi ha altri dati li renda pubblici». Lo ha sottolineato il direttore generale della Sanità del Veneto, Luciano Flor. «Ci sono - ha aggiunto - studi effettuati in Inghilterra, altri in altri paesi esteri, e qui in Italia solo all’Istituto Zooprofilattico. Non ce ne risultano altri».

 

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