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Coronavirus, il punto

Ira Zaia: «Tornati
a rischio elevato
Lunedì ordinanza»

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Luca Zaia
Luca Zaia
Zaia, conferenza del 03 luglio

Torna l'incubo coronavirus in Veneto dopo il focolaio scoppiato nel Vicentino che ha portato a 5 nuovi casi di positività e a quasi un centinaio di persone in isolamento. Il governatore Luca Zaia è apparso molto preoccupato, ma anche molto arrabbiato quando ha letto il report che ha ricostruito la genesi del focolaio vicentino. E ha annunciato una nuova ordinanza per lunedì

 

COME TEMEVO TORNATI A RISCHIO ELEVATO

«Siamo passati dal rischio basso al rischio elevato. Abbiamo un Rt dell’1,63%, prima era 0.43%. Non so a chi fare i complimenti. Avrei scritto elevatissimo perché, se continuiamo ad
andare in giro senza l’uso della mascherina negli assembramenti e continuiamo a pensare che i complottisti abbiano ragione e il virus sia un’invenzione, è inevitabile. Prendiamo atto che abbiamo una categoria di irresponsabili che stanno infarcendo i social media di informazioni che faranno morire delle persone.Io non voglio terrorizzare nessuno, ma oggi dico che se continuiamo di questo passo non fatemi più la domanda se il virus torna ad ottobre, perché lo abbiamo già qui».

 

IL FOCOLAIO VICENTINO

«Abbiamo cinque positivi: 3 a Vicenza, 1 a Padova, 1 a Verona. Questi casi hanno dato vita a 52 isolamenti fiduciari a Vicenza e a 37 isolamenti a Verona».

 

Zaia ha quindi ricostruito la storia del focolaio vicentino sottolineando i comportamenti dei vari soggetti positivi (QUI LA RELAZIONE COMPLETA).

 

Il "paziente zero" rientrato da una trasferta di lavoro in Serbia il 25 giugno, ha iniziato ad avere sintomi lo stesso giorno, avendo «diversi contatti lavorativi ed extralavorativi, tra cui una
festa privata e un funerale» il 26 e il 27. «Il 28 giugno - spiega Zaia - è andato al pronto soccorso, effettuando il tampone e risultando positivo, ma rifiutando il ricovero. Se uno è padrone della sua vita, non deve però poter mettere a repentaglio quella degli altri. Il ricovero, se metti a repentaglio la vita degli altri deve essere coatto, ma il Parlamento ci deve dare gli strumenti adeguati». Ricoverato, dopo molta insistenza, anche del sindaco, il 1° luglio, attualmente è in rianimazione ed è pure emerso che il 30 giugno pur sapendo di essere ammalato ha visto altre persone.

Il secondo caso di positività è emerso il 30 giugno, «dopo almeno 6 giorni asintomatici», per uno degli altri occupanti dell’auto andata in Serbia, e terzo e quarto il 1° luglio, nel secondo caso per un occupante dell’auto non dichiarato. L’ultimo caso, presso l’Ulss 6 Euganea, riguarda una paziente che si è presentata al Pronto soccorso di Schiavonia il 29 giugno, dichiarando di aver avuto contatti con il "paziente zero". «In questo caso - ha rilevato Zaia - l’indagine è risultata difficoltosa per la negazione di alcuni dati, come lavoro e contatti».

«Evito di continuare - ha concluso Zaia - perché altrimenti mi incazzo del tutto. Sapevano che una persona incontrata in Serbia era poi risultata positiva, un sintomatico ha rifiutato il ricovero e poi ha partecipato a feste, la signora non ha detto le cose: così non ne veniamo fuori. E mi chiedo se abbia senso aver buttato via quattro mesi della nostra vita per ritrovare complottisti e liberisti». «Per colpa di pochi irresponsabili ora pagheranno tutti», ha concluso.

 

LUNEDÌ ORDINANZA PER INASPRIRE LE REGOLE

«Lunedì presentiamo un’ordinanza per inasprire le regole. Abbiamo le armi spuntate, fosse per me prevederei la carcerazione. Non esiste che un positivo vada in giro. Penso che sia fondamentale che a livello nazionale si prenda in mano il dossier. Qui siamo davanti a persone che sapevano che qualcuno era positivo, di un altro che rifiuta di farsi ricoverare finché non vanno a prenderlo a casa e nel frattempo vanno a feste e funerali. Poi c’è una signora che dice di avere avuto il Covid dal caso zero ma non dice quali sono i contatti. Ripeto, per me casi così meriterebbero la carcerazione. Come non può essere che sia il paziente a decidere, se rifiuta il ricovero deve esserci la possibilità di sottoporlo a trattamento sanitario obbligatorio. E poi bisogna essere severissimi anche sugli isolamenti fiduciari. Ho detto ai direttori sanitari, se ci sono gli elementi, di presentare denuncia».

 

SPOT COMUNI CALABRESI, UN BOOMERANG PER LORO

«So che hanno ripulito lo spot dicendo solo che le spiagge sono belle, non sono frequentatissime e quindi sono abbastanza libere». Lo ha detto Zaia in merito allo spot di promozione della Riviera dei Gelsomini, nella Locride, in provincia di Reggio Calabria, che ha sollevato polemiche. «Non ho sentito nessuno», ha aggiunto rispondendo a chi chiedeva se avesse sentito il presidente della Regione. «Mi hanno invitato in Calabria, se avrò tempo ci andrò prima o poi. Non è stata una bella storia e, secondo me, il danno più grosso lo hanno fatto alla Calabria. Ho visto i commenti e i calabresi sono arrabbiati, quindi è stato un boomerang».

 

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