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L'intervista

Salvini: «Sostengo il presidenzialismo e blindo l'autonomia. Zaia? Lo candiderei ovunque»

Matteo Salvini in piazza San Marco, a Venezia
Matteo Salvini in piazza San Marco, a Venezia
Matteo Salvini in piazza San Marco, a Venezia
Matteo Salvini in piazza San Marco, a Venezia

«L’autonomia sarà il tema centrale del nuovo Governo di centrodestra e delle prime riunioni del Consiglio dei ministri. FdI chiede in cambio il presidenzialismo? Affare fatto. Per una repubblica presidenziale fondata sull’autonomia firmo subito, qui in piazza a San Marco». Manca poco alle 9.30, Matteo Salvini, segretario nazionale della Lega, ha ancora la tazzina del caffè in mano quando parla coi giornalisti. È il suo secondo giorno in Veneto di una infuocata campagna elettorale appena iniziata: «Lunedì - precisa - ho già incontrato imprenditori, industriali, sindaci e amministratori locali. Poi stamattina (ieri, ndr) mi sono svegliato qui a Venezia, sotto la pioggia attesa da tempo. Stare in Veneto mi ha riempito di energia ed entusiasmo. Il traguardo del 25 settembre è a portata di mano».

Salvini, ma sarà la volta buona per l’autonomia?
Abbiamo allungato i tempi per colpa dei “no” del Pd e dei 5 Stelle. Adesso ho proposto un patto per l’autonomia a Giorgia Meloni, FdI, e Silvio Berlusconi, FI. Un patto che è stato scritto a quattro mani dai governatori Fontana e Zaia. Il 22 ottobre di 5 anni c’è stato il referendum? Ebbene, il 22 ottobre di quest’anno, se vincerà il centrodestra, ci sarà un nuovo governo e al primo Cdm si farà quello che non si è riusciti a fare prima.

E avanti col presidenzialismo?
Non solo. Questi che arriveranno non saranno anni di perplessità, ma offriremo chiarezza agli italiani. Sarà un chiaro “no” alla legge Fornero. Sarà Quota 41 per liberare posti di lavoro per i giovani. A scuola, poi, da settembre stop alla dad. E poi fermeremo gli sbarchi. Perché si può fare. Anzi, l’ho già fatto quando ero ministro. Anche se mi è costato 5 processi.

Facciamo un passo indietro. Dalle categorie economiche, anche e soprattutto del Veneto, era partita la richiesta di proseguire col governo Draghi. Pensa di aver deluso gli imprenditori veneti?
Lunedì ho incontrato decine di imprenditori, anche importanti esponenti di Confindustria. Tutti mi hanno parlato dei problemi di adesso senza alcun riferimento. Direi che quello a cui abbiamo assistito è stato un dibattito giornalistico. Cosa mi chiedono gli imprenditori veneti? Soluzioni per il futuro. Un esempio per tutti: detassazione degli straordinari e dei premi di produttività per i dipendenti che devono essere netti in busta paga.

Altro tema che ha suscitato polemica qui in Veneto: i consiglieri regionali dovranno versare 5mila euro per la campagna elettorale dei parlamentari. Non l’hanno presa bene.
Non parlo di soldi. Ognuno darà quello che vuole. In un momento di difficoltà economica, penso che chi prende stipendi da migliaia di euro al mese deve solo ringraziare. Ciascuno darà liberamente il contributo: ci sono sindaci che prendono 500 euro e li danno tutti al partito. Io non obbligo nessuno.

Liste elettorali: quali i criteri per scegliere i candidati?
Vale la regola che le liste in Veneto le faranno i veneti; in Piemonte i piemontesi e in Puglia i pugliesi. Qui ci sono 141 sindaci, migliaia di amministratori Lega, parlamentari uscenti e amministratori regionali molto in gamba. Si stanno proponendo imprenditori e professionisti. Certo, i posti sono quelli che sono. In ogni caso il Veneto avrà parte rilevante nel futuro governo. 

Candida Zaia?
Lo candiderei ovunque: è una delle migliori risorse che abbiamo. Ma poiché non dispongo dei nostri uomini come soldatini, deciderà Luca. 

Il programma del centrodestra?
Ci stiamo lavorando in queste ore. La prima riunione c’è stata lunedì. Nel pomeriggio sarò a Roma per dare una mano. C’è l’impegno di completare le infrastrutture che sono rimaste ferme, di partire coi lavori per lo Stretto di Messina, che si finanzierà solo con i privati. Poi avanti con il piano per gli invasi in tema di ambiente e il ritorno dell’Italia all’energia nucleare che dovrà essere pulita.

Per il Veneto?
Ne ho parlato anche con Zaia. Ci sono tanti dossier aperti. La legge speciale per Venezia è ormai al traguardo. C’è anche qui l’impegno che entro il 2022 diventi realtà. Venezia è un museo aperto. E di solito lì si paga il biglietto per entrare. Ma tornerò presto in Veneto. Ci rivedremo anche a settembre per la Mostra del cinema. In concorso c’è il docufilm della mia compagna. 

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Cristina Giacomuzzo

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