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Caso Eleonora

Rifiutò la chemio
Il Patriarca frena
chi evita la scienza

Eleonora Bottaro è morta a 18 anni per leucemia il 29 agosto scorso
Eleonora Bottaro è morta a 18 anni per leucemia il 29 agosto scorso
Eleonora Bottaro è morta a 18 anni per leucemia il 29 agosto scorso
Eleonora Bottaro è morta a 18 anni per leucemia il 29 agosto scorso

VENEZIA. «L'amore è qualcosa che si misura anche su parametri oggettivi, quindi la prudenza, il garantire il meglio che la scienza può dare in questo momento. Sono da evitare desideri e fughe che non hanno però riscontri e documentazioni scientifiche, altrimenti significa dare un messaggio sbagliato». Il Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, commenta così il caso della giovane Eleonora Bottaro morta per leucemia. Morta, sostengono i medici, perché non si è voluta sottoporre alle terapie chemioterapiche che l’avrebbero potuta salvare.

DIFESA E SMENTITA. Un passaggio, questo del Patriarca, che vuole fare chiarezza nella difficile scelta tra medicina tradizionale e cure alternative. Tra speranze e concretezza. Ma anche tra diritto di scegliere la vita (o la morte) che si vuole per sè. In questo caso la situazione era complicata dal fatto che Eleonora era minorenne quando, a febbraio di quest’anno, ha rifiutato la cura. E, quindi, per lei hanno parlato i genitori. Genitori che hanno perso la patria potestà. Ma che sono stati “difesi” dal parroco di Bagnoli. Durante l’omelia ai funerali che si sono tenuti giovedì, il prete li ha “assolti”: «Avete fatto di tutto perché Eleonora guarisse», ha dichiarato.

IL PARACETAMOLO. Intanto, la Procura di Padova ha aperto un fascicolo per far luce sulla complicata vicenda. La relazione del tribunale con cui rigetta la richiesta di ripristino della potestà genitoriale però parla chiaro: «Per due mesi hanno curato i sintomi febbrili, i dolori e la progressiva perdita di energia della figlia con il paracetamolo (la tachipirina)». Anche se la leucemia si era già impossessata di Eleonora. I giudici sostengono che i genitori, Lino e Rita Bottaro «hanno sottovalutato» la situazione. Nel documento di 8 pagine sottoscritto da Lanfranco Tenaglia, Valeria Zancan, Silvano Zaramella e Ada Campolucci, si fotografa un quadro allarmante nel momento in cui definisce l’atteggiamento dei genitori. Si parla di «disorientamento» e di «incapacità di prendere decisioni nei tempi necessari». E ancora: «Bottaro (il padre) ha ribadito la fiducia nella guarigione spontanea di Eleonora. E che, a suo avviso, le terapie oncologiche proposte non sarebbero urgenti date le attuali buone condizioni di salute della figlia». Hanno poi rifiutato anche gli esami diagnostici. All’udienza del 9 giugno il padre della giovane ha riferito che la scelta di non eseguire i controlli ematologici sarebbe stata adottata per «rispettare il volere della figlia quasi maggiorenne e non tradirne la fiducia, costringendola a sottoporsi a esami invasivi e dolorosi non accettati». C’è poi la relazione del comitato etico che si è riunito il 22 febbraio 2016, di cui fanno parte diciannove tra medici, psicologi e giuristi. «Eleonora appare immatura dal punto di vista psicologico e pesantemente condizionata dai genitori». Parlano di «rifiuto né autentico, né adeguatamente informato». Dipingono una ragazza che rifiuta la tecnologia (no tv, no tablet, no telefonino) e «anche la cura della persona e l’igiene non appaiono pienamente adeguate». L’avvocato Roberto Mastalia e il collega Gian Mario Balduin sono decisi a denunciare tutti i membri del comitato etico per le «affermazioni false e lesive».

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