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Veneto

Pubblicano su Tik Tok il video in cui sfilano del rame rubato: denunciati madre e tre figli

Tre dei denunciati impegnati a «spellare» i tubi di plastica
Tre dei denunciati impegnati a «spellare» i tubi di plastica
Tre dei denunciati impegnati a «spellare» i tubi di plastica
Tre dei denunciati impegnati a «spellare» i tubi di plastica

Hanno pubblicato su TikTok il video girato mentre spellavano, sulle note di una canzone arabeggiante, centinaia di tubi di plastica per estrarre chili e chili di rame accatastati poi su due furgoni parcheggiati alle loro spalle. Ma si sono incastrati con le loro mani, ritenendo forse che le forze dell’ordine non «fiutassero» pure tra i filmati postati nella App di videosharing sempre più in voga tra i giovanissimi, ma non solo, smaniosi di dare sfogo alla propria creatività.

 

La «performance», della durata di una decina di secondi, non è passata infatti inosservata ai carabinieri della stazione di Minerbe, che stavano indagando su un giro di furti di «oro rosso», molto redditizio e facilmente smerciabile sul mercato nero. E così, come riporta L'Arena.itquattro persone tra i 27 e i 54 anni residenti nel campo nomadi di Menà (in provincia di Verona) - tre uomini e la madre di uno di loro - sono state denunciate a piede libero per ricettazione. Le cataste di fili del ricercato metallo recuperate dall’Arma - oltre 25 quintali per un valore superiore ai 10mila euro - sono state trasferite in un deposito giudiziario sulla scorta del sequestro convalidato dal pm Maria Beatrice Zanotti della Procura di Verona. Ed ora per i militari si apre un complesso lavoro per cercare di risalire alla provenienza del rame, che con tutta probabilità è di provenienza illecita visto che le quattro persone «pizzicate» in flagrante non sono riuscite a giustificarne il possesso. Le bobine da «sbucciare» potrebbero essere state sottratte nei depositi di aziende, così come in cantieri edili, in qualche impianto fotovoltaici e persino nelle reti dell’illuminazione pubblica. A dirlo saranno i codici impressi nei tubi accatastati nel campo di via Valle Menà ed altri elementi raccolti ed ora al vaglio dei carabinieri. 

Stefano Nicoli

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