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"Il giallo Veneto"

Polemiche sulla puntata di Report sulla sanità veneta: protesta in Consiglio regionale

Una immagine della puntata di Report "Il giallo veneto"
Una immagine della puntata di Report "Il giallo veneto"
Report: "Il giallo Veneto"

L'ultima puntata di Report sulla sanità veneta, andata in onda ieri sera, crea scalpore e qualche protesta.

 

"Il giallo veneto" è il titolo dell'inchiesta della redazione di Sigfrido Ranucci che si domanda cosa è successo alla sanità veneta che da modello nella gestione della pandemia durante la prima ondata Covid, è arrivata a registrare da dicembre e gennaio il tasso di mortalità più alto d'Italia pur rimanendo in zona gialla fino a poco prima delle festività natalizie.

 

Secondo Report, «uno degli artefici dei successi della prima ondata è stato il professor Andrea Crisanti che però durante la seconda ondata è stato messo da parte e non sono stati ascoltati i suoi allarmi sulla sensibilità dei tamponi rapidi di cui il Veneto ha fatto largo uso».

 

Sul tema, e sullo studio di Crisanti che denunciava i troppi falsi negativi dei tamponi rapidi, sono stati sentiti diversi pareri come quello del direttore della sanità regionale Luciano Flor, di cui Report riporta un fuori onda: «inter nos», dice Flor ai giornalisti, «la ditta ci fa causa e ci chiede i danni, quindi meglio dire che lo studio non c'è», ma per il direttore, Crisanti è «un puro e non  capisce che deve stare zitto».

 

 

 

Sul fatto che il Veneto è rimasto poi zona gialla nonostante a novembre le intensive fossero piene e il numero dei morti fosse elevatissimo, Report intervista anche Andrea Rossi, medico veronese e vice segretario di Anaao, l'Associazione medici dirigenti.  «Era il periodo dei container e delle celle frigorifere in cui siamo arrivati anche a Verona a 180 morti a settimana. La mia opinione è che a dicembre il Veneto doveva essere almeno arancione e non lo è stato», dice Rossi al telefono. 

 

Il giornalista fa poi parlare dei camici bianchi veneti che sostengono che le critiche alla Regione non siano ben viste e che i medici che si espongono vengono messi «nel libro nero e fucilati». Subito dopo viene riportata un'altra dichiarazione di Rossi che sostiene di esporsi un po' meno  perché i medici contestano anche i dati inviati dalla Regione a livello nazionale e quindi «la situazione è delicata» .

 

Questa mattina, però, dalla sua pagina Facebook, Rossi scrive che Report ha riportato  «stralci di una telefonata informale, avvenuta con un giornalista più di un mese fa, in cui affermavo di non voler rilasciare interviste in primis perché il tempismo, rispetto al picco epidemico in Veneto di novembre/dicembre, mi sembrava completamente fuori luogo» . E prosegue: «Invece i giornalisti di Report hanno messo un cartonato, registrato illegalmente la telefonata informale ed estrapolato ad hoc alcune frasi mettendole fuori contesto, senza alcuna autorizzazione da parte mia. Io avrò peccato di ingenuità, loro però sono stati assai scorretti. Guarderò d’ora in avanti Report con occhi molto diversi».

 

 

CONSIGLIO REGIONALE SOSPESO

Il caso Report approda in consiglio regionale. I consiglieri di minoranza  hanno infatti interrotto e ritardato l’inizio dei lavori del Consiglio chiedendo la presenza del Presidente della Giunta Luca Zaia in aula per riferire su quanto andato in onda ieri sera a Report. «Il congedo di oggi, l’ennesimo, è quantomeno inopportuno. Il posto ufficiale dove dire le cose è qui, non il punto stampa di Marghera, riteniamo indispensabile che si faccia chiarezza sulle responsabilità prima di affrontare gli altri temi», hanno detto gli esponenti di minoranza, tutti presenti in aula anziché collegati dai propri uffici causa Covid, per protestare. In assenza del presidente dell’assemblea veneta Roberto Ciambetti, il vice Nicola Finco (facente funzione) ha preso l’impegno di contattare Zaia per chiedere la presenza in aula durante la seduta di oggi e il Consiglio è proseguito.

Giorgia Cozzolino

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