<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
La superstrada

Pedemontana Veneta, per ora la Regione perde soldi. «Era previsto per dieci anni»

Polemiche sul bilancio 2023 del Veneto: «Mazzata». La replica: «Già calcolato nel 2017». Le casse pubbliche mirano a recuperare dopo i primi 10 anni di utilizzo.
Pedemontana veneta: il tratto, inaugurato lo scorso luglio, che va da Montebelluna fino a Spresiano
Pedemontana veneta: il tratto, inaugurato lo scorso luglio, che va da Montebelluna fino a Spresiano
Pedemontana veneta: il tratto, inaugurato lo scorso luglio, che va da Montebelluna fino a Spresiano
Pedemontana veneta: il tratto, inaugurato lo scorso luglio, che va da Montebelluna fino a Spresiano

La Pedemontana veneta (Spv) inizia a pesare sul bilancio della Regione. Ma non è una sorpresa: è esattamente quello che era scritto in quegli accordi tra Regione e gruppo privato Sis che più di 5 anni fa sbloccarono l’opera. A Venezia si avvicina il voto sul bilancio preventivo del 2023 e pluriennale 2023-25, e l’opposizione alza il tiro sulle voci di spesa relative alla grande superstrada che collegherà la A4 ad Alte-Montecchio alla A27 a Spresiano, poco sopra Treviso.

Opposizioni all'attacco

Il consigliere Andrea Zanoni (Pd), da sempre contrario alla grande opera, attacca: «Dunque, cominciano i prelievi dalle tasche dei cittadini per pagare i mancati introiti della superstrada Pedemontana. Per la precisione: 24 milioni nel 2023, 15,7 milioni nel 2024 e 14,1 milioni nel 2025. Queste infatti sono le somme previste dal Bilancio di Previsione 2023-2025 illustrato dalla giunta in commissione. La Spv si dimostra e si conferma come grande opera “vampiro” a livello nazionale». Zanoni ricorda come la svolta a suo tempo arrivò con la decisione di finanziare con altri 300 milioni della Regione lo sblocco dell’opera «e adesso arriva un’altra mazzata da 54 milioni a causa delle previsioni sugli insufficienti introiti derivanti dai pedaggi. Un’infrastruttura amarissima per i veneti, “cornuti e mazziati”» dato che «prima sono state abrogate tutte le esenzioni per i residenti». Quindi «un motivo in più per votare contro questo bilancio che genererà una riduzione del 14,9% delle risorse per quasi tutti i capitoli di spesa, sanità compresa».

Leggi anche
Pedemontana Veneta, aperto un nuovo tratto. Zaia: «Conclusa entro l'anno»

La replica della Regione Veneto

Sulla Spv la Regione replica che sono numeri già noti dal 2017, quando appunto fu trovato il modo di sbloccare l’opera «che all’epoca era stata realizzata per il 25%. Nelle trattative la Regione ha ottenuto la riduzione dei ricavi del concessionario, nei 39 anni, di oltre 10 miliardi di euro. Nel contempo ha concesso un contributo aggiuntivo di 300 milioni di euro per rendere l’opera bancabile. I ricavi da pedaggio vengono incassati dalla Regione e si paga un canone di disponibilità al concessionario». Proprio questo è il meccanismo con cui si deve fare i conti: per permettere a Sis di ottenere i prestiti bancari necessari a pagare la costruzione della superstrada (2,58 miliardi esclusi gli oneri finanziari) la Regione firmò che riconoscerà a Sis un “canone”, cioè una cifra già fissata per ogni anno di gestione dell’opera, mentre sarà lei a incassare i reali pedaggi pagati da chi percorre la Spv. Nell’arco dei 39 anni, secondo le previsioni messe nero su bianco dall’accordo, le casse della Regione non ci dovrebbero rimettere un solo euro, anzi forse potrebbero guadagnarci qualcosa. Ma le stesse cifre dicono che «i primi 10 anni sarebbero stati in perdita per il normale e prevedibile avvio dell’utilizzo dell’infrastruttura, così detto rump-up, consegnando proprio la tabella della professoressa della Bocconi, Veronica Vecchi».

Leggi anche
Pedemontana allo sprint finale, abbattuto l'ultimo diaframma

Pedemontana Veneta, la reale perdita

Quello che davvero non era previsto nel 2017 però, e la Regione lo riconosce, è che la Pedemontana a inizio 2023 non avrà ancora lo sbocco sull’A4 con il nuovo casello di Alte che deve costruire la società A4 Brescia-Padova («Ha comunicato che sta lavorando per concludere il tutto entro luglio»). E intanto la Spv avrà aperto anche la galleria di Malo con il tratto fino a Montecchio. La mancanza del casello, calcola la Regione, implica un -13% in meno di incassi di pedaggi. Con questo peso in più nel 2023 quindi, primo anno di “esercizio vero” dell’opera, lo sbilancio per la Regione sarà di 29,1 milioni (con incassi per 158 milioni e uscite per 187 milioni). Nel 2024 la cifra scenderà a 19,1 milioni (incassi per 182 milioni, uscite per 201). E nel 2025 sarà di 17,1 milioni (incassi a 193 milioni, uscite a 210). In attesa che lo sbilancio giri in positivo. 

Piero Erle

Suggerimenti