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Il presidente Aifa

Palù: «Il virus muta, ma i vaccini neutralizzano le varianti»

«La variante del Coronavirus è l’evento logico di qualsiasi virus che si diffonde: più si replica, più muta». Lo ha ribadito a Marghera (Venezia) il presidente dell’Aifa, Giorgio Palù. «Il virus è cinese - ha sottolineato - ce l’hanno detto loro, anche se per 4-5 mesi non ci hanno detto che si trasmetteva da uomo a uomo, e l’Oms non è riuscita a tornare con uno straccio di prova. Da molti studi, alcuni in pre-print, siamo certi che i vaccini e i sieri dei vaccini neutralizzano le varianti. Per quella sudafricana da AstraZeneca ci dicono che servono titoli più elevati per neutralizzarla, ma si neutralizza». 

«Nessuno degli inglesi vaccinati si è infettato, con la variante inglese», ha affermato Palù. «Se c’è qualche dubbio - ha aggiunto - è sulla variante sudafricana».

 

«Credo che ci potrebbe volere un anno per vaccinare il 60-65% della popolazione, organizzandoci potremmo arrivare a 150 mila vaccinazioni al giorno», ha affermato il presidente dell'Aifa. «C’è l’accordo con i farmacisti - ha proseguito - ma soprattutto i medici di medicina generale dovrebbero intervenire, e se necessario gli specializzandi. I farmacisti sono importanti soprattutto per la diagnosi. Il vero problema è l’approvvigionamento, l’altro le forniture, e il ministero è arrivato a 220 milioni di dosi. AstraZeneca può cambiare le cose. Se arrivano le dosi siamo in grado di organizzarci».

 

Palù ha annunciato che «anche l’Italia partirà con un progetto ricerca sugli anticorpi monoclonali, su Eli Lilly e
Regeneron, quelli con cui è stato curato Trump». «Ieri sera - ha aggiunto - il cda Aifa ha approvato la ricerca. Sono terapia, non sono prevenzione. Essendo antivirali vanno dati entro le prime ore dall’esordio dei sintomi, altrimenti non sono efficaci. Possono essere una risorsa per curare i pazienti a casa».

 

«Non si ricorda nella storia una pandemia che duri più di due anni. Non che i virus siano spariti, ma continuano a circolare un po' meno. Credo che questo dovrebbe essere il destino di un virus come questo» ha poi sottolineato Palù. «Il problema di questa pandemia è che ci sta bloccando, ed è chiaro che dobbiamo mettere in atto tutto, adesso e subito. Fare un lockdown finché finisce la pandemia non possiamo permettercelo». Sui tempi di uscita dall’emergenza, secondo Palù «forse in primavera, con più attività all’aria aperta, maggiore radiazione ultravioletta, condizioni atmosferiche, e poi la vaccinazione, potremo guardare con qualche ottimismo».

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