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Dramma sulle Dolomiti

Marmolada, i soccorritori: «Mai vista una cosa del genere». Il testimone: «Un boato, poi la valanga di neve e ghiaccio»

Marmolada, i soccorsi

«Quando ci hanno chiamato, all’una e mezzo, ci hanno detto che è venuta giù la Marmolada, è venuta giù la cima della Marmolada, che non è altro che un grande pezzo di ghiaccio che si è staccato e ha investito tutti quelli che erano sul ghiacciaio». È il racconto di Luigi Felicetti, tecnico del Soccorso Alpino dell’Alta Val di Fassa che è intervenuto per soccorrere gli alpinisti travolti dal crollo del seracco di ghiaccio. «Quando siamo arrivati - ha aggiunto - ci siamo trovati davanti ad uno scenario pazzesco, c’erano blocchi di ghiaccio e roccia enormi dappertutto, abbiamo cominciato a cercare e abbiamo trovato le prime vittime». Secondo Felicetti gli alpinisti non hanno colpe. «erano tutti con corde e ramponi, erano attrezzatissimi, sono stati tanto sfortunati».

«Non ho mai visto una cosa del genere in Marmolada. Non è la solita valanga invernale, grado due, grado tre: è la natura. Se volessimo fare un paragone con l’edilizia potremmo parlare di un cedimento strutturale». Lo ha detto all’Ansa uno dei soccorritori impegnati nel recupero delle vittime e dei feriti. «Lo zero termico è oltre i 4 mila metri - aggiunge - ed è chiaro che è una cosa metereologica che nemmeno la migliore delle guide può prevedere». 

 

Il testimone «Abbiamo sentito un rumore forte, tipico di una frana, poi abbiamo visto scendere a forte velocità a valle una specie di valanga composta da neve e ghiaccio e da lì ho capito che qualcosa di grave era successo. Col binocolo da qui si vede la rottura del seracco, è probabile che si stacchi ancora qualcosa». Lo ha detto l’Ansa uno dei responsabili del Rifugio Castiglioni Marmolada, testimone del crollo del seracco. «Il boato, che si è sentito distintamente intorno alle nostre montagne, ci ha fatto capire subito che era successo qualcosa di grave, tant’è che sono subito corso a chiamare i soccorsi», aggiunge la guida alpina. «Dalla zona del seracco io disto circa 3 km - spiega - e ho visto tutto in diretta. Noi conosciamo bene quella parte di montagna perché come rifugio abbiamo anche una nostra capanna proprio in vetta. Questa tragedia ci colpisce, ma non abbiamo avuto paura per la nostra incolumità perché il rifugio è sicuro». «Detto questo, ripeto - conclude - mi aspetto che un’altra parte del seracco venga giù per lo scioglimento continuo del ghiacciaio».

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