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L'artista vicentina a Padova

Madame alla Città della Speranza. «Felice di dare il mio contributo»

La cantante Madame incontra i giovani ricercatori dell’Istituto di Ricerca pediatrica. Due mondi a confronto quello dell’arte e quello della scienza che presuppongono scelte differenti ma con un comune denominatore: sostenere la ricerca.

Dopo la sfida lanciata settimana scorsa da Vittorio Brumotti è la volta della giovane cantante, icona per la generazione Z, tra le più apprezzate e conosciute nel recente panorama musicale e nota per aver partecipato a Sanremo 2021 con il brano “Voce”, riuscendo ad aggiudicarsi il Premio Sergio Bardotti per il Miglior Testo. 

Determinazione impegno sacrificio, cose ben note a Madame che fin da piccola aveva ben chiaro il suo obiettivo, così come lo sono per chi sceglie di dedicare la sua vita alla ricerca per dare speranza e concrete soluzioni a chi ne ha bisogno.

«Ci sono lavori in cui la testa è sempre lì, per me questo accade nella musica per voi nella ricerca – ci dice Francesca – sono vicentina e conosco da sempre la Fondazione e la sua attività; è un piacere poter essere d’aiuto come posso, attraverso la mia popolarità». Con la sua visita Madame testimonia la vicinanza e la condivisione per quei valori in cui la Fondazione Città della Speranza da sempre crede e che con determinazione porta avanti.

«Questo è per noi un periodo speciale – commenta Luca Primavera, amministratore delegato dell’Istituto di Ricerca pediatrica – perché la Torre della Città della Speranza è anche un simbolo per la ricerca pediatrica oncologica e vogliamo sempre più avvicinare i nostri talenti della ricerca ai molti talenti italiani e internazionali del mondo della musica, dello spettacolo, dello sport. In questo modo, alla vigilia della campagna del 5x1000, ci aiutano a sostenere il nostro messaggio e la raccolta fondi da destinare ai bambini meno fortunati».

Il finanziamento del Progetto Diagnostica, prevede lo studio dei fattori prognostici conosciuti e l’identificazione di nuovi fattori molecolari. Il programma di cui è responsabile la Prof.ssa Alessandra Biffi si propone di approfondire lo studio della malattia residua minima molecolare durante il decorso della malattia per un trattamento di precisione, volto a identificare precocemente i pazienti ad alto rischio di recidiva a causa dell’insuccesso della terapia. Oggi la ricerca è in grado di riconoscere una cellula malata tra 10.000 cellule sane. La loro identificazione precoce permetterebbe di trattare i pazienti in una fase precoce senza aspettare che la quantità di cellule tumorali appaia clinicamente, ottenendo significativi miglioramenti nella sopravvivenza globale di questi pazienti.

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