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Covid, aggiornamento in Veneto

Zaia: «Casi in aumento, effetto assembramenti. Ma no a nuove restrizioni con pochi ricoveri»

Luca Zaia, 13 luglio 2021

Il presidente della Regione Luca Zaia oggi ha fatto un nuovo aggiornamento della situazione relativa al Covid-19 in Veneto. Zaia ha fornito i dati del bollettino dei contagi e dei ricoveri e le ultime novità per quanto riguarda la campagna vaccinale. L’appuntamento, come sempre, è dalla sede della Protezione Civile Regionale a Marghera.

 

LA DIRETTA

IL BOLLETTINO

«Gli assembramenti danno il loro effetto. I positivi di oggi sono 254, quasi tutti asintomatici. Ma il virus circola. I ricoveri sono +6 tra aree mediche e intensiva, 249 in totale: 233 in area non critica e 16 in terapia intensiva, tra cui tre cinquantenni non vaccinati. Nessuno dei tre è in condizioni critiche da aver richiesto l’impiego del casco per l’ossigenazione. C'è un decesso. Se il numero dovesse crescere in Italia in modo pauroso - avverte - si rischia di chiudere un paese in quarantena. Direi di osservare un po' di prudenza, solo così ne veniamo fuori». Lo ha reso noto noto il governatore Luca Zaia commentando il nuovo piccolo aumento dei ricoveri in regione.

Ha poi aggiunto: «I tamponi sono 25mila: stiamo facendo test, siamo la prima Regione in Italia. Facciamo il doppio della media nazionale. Fare i tamponi ci serve per fare lo screening della popolazione, questo ci porta anche all'aumento dell'incidenza, ovviamente». 

 

OSPEDALIZZAZIONE

«Questa nuova fase del virus va interpretata: a noi interessa l'ospedalizzazione che è il vero parametro della situazione. Oggi ci si infetta facilmente ma si va meno in ospedale. E la nostra ospedalizzazione oggi è assolutamente sostenibile».

 

MISURE DI SANITÀ

«Non pensiamo che possano scattare oggi misure di sanità pubblica che prevedano restrizioni, ovvio che questa è materia di scienziati. Ed è indubbio che la situazione è cambiata ulteriormente, basti pensare che in Inghilterra ci sono 30mila ricoveri al giorno». 

 

COVID POINT

«Abbiamo ancora i Covid point aperti in Veneto: se qualcuno avesse necessità di togliersi il dubbio, questo strumento gratuito e a vostra disposizione».

 

VACCINAZIONI

«Sono 47mila i vaccini fatti nelle ultime 24 ore, ci sono pochi vaccini per cui andiamo a rilento».

 

LE VARIANTI, COSA SUCCEDE IN VENETO?

Parla la dottoressa Francesca Russo, a capo della Direzione della Prevenzione della Regione del Veneto.

 

Variante Delta e altre varianti in Veneto

«La circolare ministeriale prevede di aumentare il numero di tamponi, fare il contact tracing allargato e implementare la vaccinazione. Continuiamo il sequenziamento di tutti i positivi. Ad oggi siamo a 81 soggetti sequenziati con variante Delta e 4 con una variante simile, appartenente alla stessa famiglia. Sono 52 i soggetti con variante inglese. Ci sono 12 casi di variante brasiliana e altri due soggetti con variante K».

«Siamo in una situazione in cui dobbiamo mantenere alta l'attenzione per la diffusione delle nuove varianti, soprattutto la Delta. La previsione è che entro la fine di agosto il 90% i Paesi europei potrebbero vedere la circolazione di questa variante. Il paese con maggiore incidenza è ora la Spagna. In Inghilterra abbiamo 30mila casi al giorno e 3mila ricoveri settimanali, la mortalità risulta invece molto bassa. Il vaccino permette di costruire quella cortina che blocca la diffusione delle variante».

 

Chi sono i nuovi positivi in Veneto?

«I casi positivi si registrano fra ragazzi tra i 22 e 23 anni in Veneto. Sono ragazzi che si sono spostati per viaggi o hanno frequentato delle feste o degli eventi. Nella fascia di età 15-24 il contagio è in aumento. Una parte di questi ragazzi non sono vaccinati, è importante che adottino comportamenti corretti e si vaccinino se lo vogliono».

 

Positivi tra i vaccinati

«Ora cercheremo di capire i casi di positivi fra i vaccinati, spesso la temporalità del contagio rispetto a quando è stata fatta la vaccinazione è molto importante. Negli operatori sanitari i casi di contagio sono praticamente scomparsi. La copertura è al 95% negli ultraottantenni e negli operatori sanitari».

 

 

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