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L'intervista

«Per l'Autonomia siamo nei tempi. Ecco il decalogo dei governatori»

La riforma, i nodi politici e gli incontri a Roma
Zaia torna a parlare a L'Arena del tema dell'autonomia
Zaia torna a parlare a L'Arena del tema dell'autonomia
Zaia torna a parlare a L'Arena del tema dell'autonomia
Zaia torna a parlare a L'Arena del tema dell'autonomia

Un «manifesto dell'autonomia differenziata». È quanto produrrà il presidente della Regione, Luca Zaia, nel "decalogo" che gli ha chiesto il ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, leghista come lui. Tutto questo dopo la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, a Torino. E dopo che ne ha parlato anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, auspicando che comunque con l'autonomia «siano garantiti i diritti sociali».

Presidente Zaia, ma qual è lo stato dell'arte sull'autonomia del Veneto?
Siamo di fronte a una riforma epocale. L'unica in grado di dare nuovo slancio non solo alle Regioni, ma all'intero Paese. Il governo, dal giorno dell'insediamento, sull'autonomia ha rilanciato un percorso fatto di concretezza. Ringrazio il premier, Giorgia Meloni e anche il ministro Calderoli, che sta dettando tappe e tempi.

Dopo l'incontro con Meloni alla Conferenza delle Regioni, qual è il quadro temporale del percorso? Questo rischia di andare troppo avanti anche alla luce dei ritocchi richiesti?
Direi di no, i tempi ci sono, ed è stato proprio il ministro Calderoli nella sua ultima visita in Veneto a dettarli. Ricordo che è stata prevista dalla legge di stabilità un'apposita cabina di regia, che si insedierà entro l'anno. Nell'arco di 12 mesi dovrà definire i livelli essenziali di prestazione, i Lep, insieme ai relativi costi e ai fabbisogni standard. Approvata la legge di attuazione, auspicabilmente entro il 2023, seguirà a stretto giro il trasferimento delle competenze alle Regioni, secondo le materie richieste.

Quali sono i punti del "decalogo Zaia", chiesto dal ministro Calderoli?
Ho lanciato ai colleghi presidenti delle Regioni l'idea di definire, assieme, le fondamenta comuni per costruire gli edifici dell'autonomia. Un "manifesto dell'autonomia differenziata". Il riconoscimento che l'autonomia è prevista dalla Costituzione. Che non toglie, ma anzi valorizza ogni territorio. La necessità che siano definiti i Lep. E poi, ma appaiono finalmente superate polemiche su questo, il principio dell'indivisibilità della Repubblica. Ma anche la valorizzazione delle autonomie come occasione di maggiore efficienza dell'azione pubblica, con un'assunzione di responsabilità da parte di chi la chiede; la piena collaborazione del regionalismo con lo Stato e le altre Regioni; il fondamentale concetto che l'autonomia non toglie risorse a nessuno, ma anzi permette un maggiore controllo della spesa. Principi cardine, sui quali auspica la più ampia condivisione.

Dopo il suo incontro con il presidente della Regione Campania De Luca, che sembra avervi avvicinato, ritiene superato il paradigma di un'Italia divisa a metà dall'autonomia?
De Luca rappresenta la sua terra. Un Sud che in tempi non lontani ha vissuto benessere e autonomia nel Regno di Napoli e, poi, delle Due Sicilie. Vedo in lui, come in molti altri governatori del Meridione, un rappresentante orgoglioso di quella che può essere l'autonomia: riconoscimento ed esaltazione delle specificità territoriali, in una visione comune di Paese. L'Italia ne esce arricchita.

Fratelli d'Italia vuole il presidenzialismo, anche, ma questo non rischia di appesantire il percorso verso l'autonomia visto che serve una modifica della Costituzione?
Sono due binari che devono correre paralleli. Anch'io sono favorevole al presidenzialismo, ma è necessario scindere i percorsi. L'attuazione dell'autonomia differenziata ha già un lungo percorso alle spalle, portato avanti per anni dalla Lega e poi fatto proprio anche da altri. Sul presidenzialismo la discussione dovrà entrare nel vivo: sono certo che sarà proprio l'autonomia, se definita, la maggiore spinta propulsiva per quest'ulteriore riforma.

Le chiediamo un commento sull'attacco di esponenti dell'estrema destra e neofascisti a Verona contro tifosi marocchini che festeggiavano la vittoria della loro Nazionale contro la Spagna, ai mondiali di calcio.
Condanno con fermezza questi atti di violenza. Le comunità straniere in Veneto devono essere rispettate. Penso agli italiani e ai veneti all'estero. Se fosse successo a loro? Nello stesso modo condanno i disordini avvenuti a Milano a opera di stranieri esagitati.

Trivelle, tiene il punto e conferma il suo "No"?
Dopo la discussione con i ministri Urso e Pichetto Fratin, che ringrazio per il confronto, è stato deciso di coinvolgere le Università e il mondo scientifico, perché siano i tecnici a chiarire ogni aspetto..

Enrico Giardini

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