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Il governatore Zaia

«In Veneto regole
aggirate da infetti
Urgente il fermo»

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Il governatore Zaia. ANSA
Il governatore Zaia. ANSA
Il governatore Zaia. ANSA
Il governatore Zaia. ANSA

«Sta succedendo quello che si sperava non accadesse, ma che avevamo a più riprese paventato potesse essere un grave pericolo: cittadini stranieri rappresentano il focolaio più grande registrato in Veneto dalla fine del lockdown, con decine di positivi e numeri che possono ancora crescere. In questa situazione già preoccupante, si verificano poi vere e proprie gravissime illegalità, con positivi asintomatici che si rendono irreperibili ai controlli. Vanno assolutamente fermati».

 

Lo dice il presidente della Regione, Luca Zaia, in relazione al diffondersi del fenomeno di persone straniere infette, che arrivano o si trovano in Veneto, non rispettano le norme di sicurezza e, in alcune occasioni, arrivano a rifiutare le cure che vengono loro offerte o a violare l’isolamento fiduciario.

Dopo il caso dell'imprenditore di Sossano, che aveva rifiutato il ricovero dando poi origine al focolaio che ha interessato tre province (Vicenza, Padova e Verona), episodi analoghi si sono verificati anche a Padova. Secondo quanto riporta Il Mattino di Padova, negli ultimi tre giorni tre africani risultati positivi dopo il tampone hanno rifiutato le cure e hanno firmato per tornare a casa.

 

«Di qualsiasi nazionalità siano, quale che sia il mezzo di trasporto utilizzato, da qualsiasi area provengano – aggiunge Zaia – mi chiedo come mai non si provveda immediatamente al controllo e, se necessario, al fermo alla frontiera di queste persone, utilizzando le leggi vigenti o, qualora indispensabile, approvando con assoluta urgenza norme specifiche. Esiste un Piano di Sanità Pubblica che va fatto rispettare ad ogni costo, nell’interesse delle stesse persone infette e dell’intera comunità civile, perché se c’è un modo per far tornare Covid-19 è proprio quello di permettere ai positivi di girare indisturbati, mentre vanno fermati».

 

«Mi chiedo ad esempio quali test si facciano e come siano fatti all’arrivo degli immigrati provenienti dal Nordafrica, sia allo sbarco che successivamente. In presenza di una situazione come questa - conclude il governatore del Veneto - si deve arrivare a pensare anche a un blocco totale, perché la solidarietà è sacra e inviolabile, ma la salute pubblica vale di più».

 

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