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San Pietro in Gu

Il padre, rabbia e dolore: «Dov’erano i bagnini?»

Le piscine di San Pietro in Gu ieri erano aperte: sequestrata solo la zona teatro della tragedia
Le piscine di San Pietro in Gu ieri erano aperte: sequestrata solo la zona teatro della tragedia
Le piscine di San Pietro in Gu ieri erano aperte: sequestrata solo la zona teatro della tragedia
Le piscine di San Pietro in Gu ieri erano aperte: sequestrata solo la zona teatro della tragedia

«Christian si era allontanato per giocare a palla con un amichetto: ecco perché nessuno di noi era vicino alle vasche. Eravamo tranquilli perché non si sarebbe mai avvicinato alla piscina, perché aveva paura di entrare in acqua senza braccioli». 

Emanuele Menin, padre del piccolo Christian, racconta il motivo di quei dieci minuti in cui il figlio è rimasto lontano dalla vista dei genitori e della nonna. Indiretta risposta a una valanga di commenti che hanno riempito i social, nei quali, con scarso rispetto per il dolore di due giovani genitori che hanno perso il loro figlioletto, li additano come poco attenti. Ma il bimbo aveva in realtà ottenuto il permesso di andare a giocare a pallone con un suo amichetto, di qualche anno più grande. «Eravamo in famiglia» prosegue il padre «ma in piscina aveva riconosciuto un ragazzino amico suo, con cui aveva condiviso un campo di calcio quest’estate a Villafranca, di qualche anno più grande. Ci aveva chiesto se poteva andare con lui a giocare con la palla e gli abbiamo accordato il permesso, certi che non sarebbe andato sull’acqua alta senza braccioli, anche perché aveva paura, non sapendo nuotare. Dopo una decina di minuti mi stavo alzando per andare a controllare dove fosse, quando ho sentito delle persone che dicevano che in vasca c’era un bambino che stava male: sono corso lì e ho visto che era lui. Era un bambino molto ubbidiente, ascoltava sempre quello che gli veniva detto: non sappiamo cosa sia successo e perché sia caduto dentro la vasca, se è scivolato, se è stato accidentalmente spinto dentro, se si è tuffato da solo».

I genitori non sanno nemmeno se e cosa abbia raccontato questo suo amichetto. «Di certo - riprende il padre - sappiamo solo che i bagnini si sono scaricati la colpa l’uno con l’altro» aggiunge il papà, «visto che è caduto davanti alla loro postazione e non è stato salvato in tempo. Infatti l’ha tirato fuori un’altra persona, ma ormai era già troppo tardi. Non respirava più». Restano tante domande e il dolore. «Non perché era mio figlio, ma era davvero un bravo bambino» conclude il padre. «Christian era solare e gli piaceva giocare con gli altri bambini. Amava tanto il calcio, tifosissimo della Juventus. Un bambino semplice, bravo a scuola: sarebbe andato in seconda elementare. Era molto affettuoso con la sorellina, nata otto mesi fa» 

C.S.

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